domenica 21 ottobre 2007

TASSA SUL NOSTRO BLOG


BLOG= LIBERTA'


Blog, pagine personali, siti amatoriali: tutti iscritti al ROC, il Registro degli operatori della Comunicazione dell’AgCom, con tanto di pagamento di una tassa e sanzioni penali in caso di reato? All’indomani della diffusione del disegno di legge (file pdf) di riordino del settore editoriale, cresce in rete la protesta (e la confusione) per un provvedimento che, se approvato in Parlamento, porrebbe seri limiti alla libertà di espressione online.Tutto è nato da una definizione allargata di “attività editoriale” e dalla successiva estensione a qualsiasi pubblicazione delle responsabilità penali previste per i reati a mezzo stampa.Il commissario dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni Nicola D’Angelo mette però le mani avanti: “comprendo l’esigenza di garanzia che ha mosso il governo a proporre questa norma, ma penso che non possa tradursi nell’imposizione di procedure burocratiche per l’apertura dei blog. (…) Bisogna evitare regole che restringano le caratteristiche di apertura e libertà che la rete consente a chi la vuole utilizzare”. Sul fronte dei reati, poi, D’Angelo sottolinea che “ci sono già gli strumenti per reprimere gli abusi”.“Si tratta di un testo carente e borbonico che giustifica le peggiori illazioni - secondo l’avvocato Andrea Monti, esperto di diritto dell’informazione online - Il Governo ha scritto un provvedimento incomprensibile e ha poi scaricato tutto sull’AgCom”. Il disegno di legge, infatti, non entra nel merito delle singole situazioni. A legge approvata, sarà poi l’AgCom a doversi assumere le vere e proprie responsabilità, decidendo se a iscriversi dovranno essere tanto i blog mainstream (come quello di Beppe Grillo), quanto quelli del tutto sconosciuti. Per quanto l’ispiratore del provvedimento, il sottosegreatario Ricardo Franco Levi, abbia subito fatto un passo indietro (”Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog”: qui la dichiarazione di Levi), il disegno di legge che arriverà in Parlamento resta del tutto equivoco. “Bastava essere più trasparenti e specificare in modo chiaro che l’obbligo riguarda solo chi svolge attività professionali - continua l’avvocato Monti - Invece no, il governo ha scelto la linea dell’ambiguità”. Lo scopo? “Da una parte fare cassa: nel dubbio molti utenti si iscriveranno al Registro e questo porterà un bel po’ di entrate. Dall’altra, creare una situazione confusa e così mettere il bavaglio a chi usa Internet”.L’interpretazione censoria è quella che circola di più in rete in queste ore: Beppe Grillo minaccia di “trasferire armi, bagagli e server in uno Stato democratico” (e proprio a Grillo risponde Franco Arrigo Levi con le precisazioni viste sopra); Mario Adinolfi si appella a Veltroni per bloccare un ddl che “obbligherebbe i blog a sospendere la pratica dei commenti liberi”. “La fine del personal publishing?” si chiede invece il blogger tecnologico Federico Fasce. Mentre secondo Paolo De Andreis di Punto Informatico “L’errore del Governo (…) con un colpo di bianchetto verrà consegnato all’oblìo nel più rigoroso silenzio mediatico. Presto non ne sentiremo più parlare. È già successo, si può aver fiducia che accada di nuovo”. De Andreis si riferisce alla legge 62/2001 approvata dal Governo Berlusconi, che pure inciampò in una definizione ambigua di “prodotto editoriale”, senza produrre nulla di fatto.Come dire, al di là del colore politico, in Italia permane una tendenza al “controllo” delle attività in rete. Tutto il contrario degli Stati Uniti, dove presto dovrebbe essere approvato un provvedimento che equipara i blogger ai giornalisti: tutti protetti dalle stesse garanzie in quanto a libertà di espressione. Altro che iscrizione in un Registro!

giovedì 18 ottobre 2007

THE LEGEND








Bob Marley (Robert Nesta Marley) nacque il 6 Febbraio 1945 a Nine Miles, nel distretto di St. Ann, Giamaica. Suo padre (Norval Sinclair Marley) era un ufficiale della marina inglese e sua madre (Cedella "Ciddy" Malcom) era una nativa giamaicana che viveva a Rhoden Hall. Dopo la nascita di Bob, suo padre lasciò sua madre. Quando Bob ebbe cinque anni suo padre lo portò a Kingston. Soltanto un anno dopo Bob vide di nuovo sua madre. Alcuni anni più tardi Bob e sua madre si trasferirono a Trench Town (nella zona ovest di Kingston), perchè sua madre stava cercando lavoro. Bob Marley amava la vita frenetica nella grande città, così come amava la musica di Fats Domino e Ray Charles che solitamente ascoltava. Nel frattempo i musicisti giamaicani stavano lavorando ad un proprio stile musicale. Inventarono lo ska, una musica che divenne molto popolare in Giamaica. A sedici anni Bob voleva registrare un album. Come altri ragazzi giamaicani vide la musica come un modo per sfuggire alla cruda realtà della vita molto povera del ghetto.
Jimmy Cliff, un cantante locale (solo quattordicenne), aveva già inciso alcuni singoli di successo e presentò Bob al produttore Leslie Kong. Bob incise così il suo primo singolo (Judge Not) nel 1961, ma questo disco, così come il successivo (One Cup Of Coffee) nel 1962, non andò molto bene: Bob infatti lasciò Leslie Kong che non gli aveva ancora pagato le due incisioni. Nel 1964 Peter McIntosh (alias Peter Tosh), Bunny Livingston (alias Bunny Wailer), Junior Braithwaite, Beverley Kelso, Cherry, Constantine "Dream Vision" Walker e Bob Marley formarono il gruppo degli Wailers. Cherry e Junior lasciarono però il gruppo dopo alcune sessioni di registrazione. Per registrare le loro canzoni impiegarono musicisti ska dello Studio One di Coxsone Dodd.
Bob Marley si guadagnò il titolo di leader del gruppo, avendo scritto la maggior parte del materiale. Gli Wailers divennero molto popolari nel 1965, quando suonarono un pò dappertutto. Per l'etichetta di Coxsone registrarono diversi successi: Simmer Down, It Hurts To Be Alone, Rule Them Rudie. Era il 10 Febbraio del 1966 quando Bob Marley sposò Rita Anderson. Il giorno dopo Bob andò negli Stati Uniti a trovare sua madre ed il suo nuovo marito. Durante la permanenza di Bob negli Stati Uniti Beverly Kelso lasciò gli Wailers, mentre entrarono a far parte della band sua moglie Rita con il cugino Dream. Gli Wailers cambiarono la loro musica passando dallo ska al rocksteady.
L'anno successivo (in cui nacque anche la prima figlia di Bob, Cedella) la band lasciò Coxsone e creò la propria etichetta, la Wail'N Soul'M Record, conosciuta anche come Wailing Souls e Wail'M Soul'M. Il loro primo singolo con la propria etichetta fu Bend Down Low/Mellow Mood, ma alla fine di quello stesso anno l'etichetta fu costretta a chiudere. Nel 1968 nacque il primo figlio maschio di Bob, David (meglio conosciuto come Ziggy). Nelo stesso annoBob conobbe Johnny Nash e gli Wailers incisero alcuni brani per la casa discografica JAD Records. Nel 1970 gli Upsetters si unirono agli Wailers: Aston "Family Man" Barrett suonava il basso e suo fratello Carlton la batteria. La band così formata creò una nuova etichetta, la Tuff Gong, e il primo singolo fu Run For Cover. Il brano ebbe successo crescente così come la band e la propria etichetta. Da quel momento gli Wailers incisero un successo dopo l'altro. Nel dicembre del 1971 Bob andò da Chris Blackwell della Island Records alla ricerca di un contratto discografico.Chris diede agli Wailers 8.000 pounds di anticipo per incidere un album.
Fu una mossa rivoluzionaria: per la prima volta un gruppo reggae aveva avuto accesso alle migliori attrezzature di registrazione ed era trattata allo stesso livello di un gruppo rock. Prima che gli Wailers firmassero per la Island, infatti, il reggae era considerato soltanto come produzione di singoli o di rare compilation. In questo modo invece gli Wailers incisero il loro primo album reggae, Catch A Fire. Il gruppo fece dei tour di notevole successo in Inghilterra e negli Stati Uniti. L'album che seguì per la Island fu Burnin', che comprendeva alcuni vecchi brani della band e pezzi come Get Up Stand Up e I Shot The Sheriff. Gli Wailers e Bob Marley divennero molto famosi dopo che Eric Clapton incise I Shot The Sheriff: la sua versione raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli negli Stati Uniti.
Con l'uscita di Natty Dread la band si battezzò come Bob Marley & The Wailers.Nell'estate del 1975 il gruppo tenne numerosi concerti in Europa: tra questi ci furono due serate al Ballroom Lyceum di Londra, che sono ricordati come i migliori del decennio. La registrazione di quelle due serate diede vita a Live, che scalò le classifiche. La versione live di No Woman No Cry contenuta nell'album divenne un grandissimo successo mondiale. Nel frattempo Peter Tosh e Bunny Wailer avevano ufficialmente lasciato gli Wailers per intraprendere la carriera solista. Agli Wailers si unirono il chitarrista Al Anderson ed il tastierista Bernard "Touter" Harvey: questi verranno poi sostituiti nel 1977 da Junior Murvin e Tyrone Downie. Ne 1976 scoppiò negli Stati Uniti la reggae-mania. La popolarissima rivista Rolling Stone proclamò "band dell'anno" Bob Marley & The Wailers nel numero di Febbraio.
L'album Rastaman Vibration fu devastante nelle classifiche americane. Non andò molto bene invece in Olanda, per motivi politici: l'album conteneva infatti il pezzo War, il cui testo è tratto da un discorso dell'Imperatore d'Etiopia Haile Selassie I (Ras Tafari). Il 3 Dicembre del 1976 accadde una tragedia. Sei uomini armati spararono a Bob Marley, a sua moglie, al manager degli Wailers Don Taylor ed a Don Kinsey, fortunatamente senza gravi conseguenze. Due giorni dopo Bob suonò comunque al grande concerto "Smile Jamaica" a Kingston, dopo il quale volò in Inghilterra. Gli Wailers lo seguirono ed insieme incisero Exodus, nel 1977. Con questo album si stabilì la fama di superstar internazionale di Bob Marley. In Inghilterra Bob ebbe un incontro con il principe Asfa Wossan (nipote dell'Imperatore Haile Selassie), durante il quale Bob ricevette un regalo molto importante: l' anello Jah Rastafari, appartenuto all'Imperatore etiopico. Nel maggio dello stesso anno Bob scoprì di avere il cancro. Si sarebbe dovuto amputare un dito del piede, ma Bob rifiutò l'intervento perchè andava contro la propria fede Rasta. Il 20 luglio del 1977 gli ultimi concerti del "Exodus Tour" furono cancellati.L'anno successivo la band capitalizzò il proprio successo nelle classifiche con la realizzazione di Kaya: l'album raggiunse il quarto posto nella classifica inglese nella stessa settimana della pubblicazione.L'album mostrò Bob sotto un aspetto differente: canzoni d'amore e omaggi al potere della ganja (marijhuana della Giamaica). I Rasta fumano la ganja per sentirsi più vicini a Jah (Dio). Nell'aprile del 1978 Bob tornò in Giamaica per suonare al One Love Peace Concert, di fronte al Primo Ministro Michael Manley ed al leader dell'opposizione Edward Seaga. Bob organizzò sul palco un entusiasmante ed allo stesso tempo commovente incontro tra i due rivali, unendo le loro mani sopra di sè, nel nome di Jah Rastafari. Più tardi nello stesso anno Bob ricevette la moneta-medaglia del Terzo Mondo dalle Nazioni Unite. Visitò anche l'Africa per la prima volta nella sua vita: Kenya, Etiopia e Zimbabwe (dove tenne successivamente un memorabile concerto per celebrarne l'indipendenza). Bob Marley & The Wailers continuarono ad espandere il loro successo prima con Babylon By Bus (registrazione di un concerto a Parigi), poi con Survival.
Alla fine degli anni settanta Bob Marley And The Wailers erano la più famosa band della scena musicale mondiale, e infransero i record di vendite discografiche in Europa. Il nuovo album, Uprising, entrò in ogni classifica europea. La band stava progettando anche una nuova tournee americana con Stevie Wonder per l'inverno del 1980. La salute di Bob andava peggiorando, ma ebbe comunque il consenso dei medici per partire in questa tournee americana. Durante un concerto a New York quasi svenne. La mattina dopo, il 21 Settembre 1980, Bob andò a fare jogging con Skilly Cole a Central Park. Bob collassò e fu riportatoin albergo.Alcuni giorni più tardi fu scoperto che Bob aveva un tumore al cervello e che, secondo i medici, non gli restava più di un mese di vita. Rita Marley voleva che il tour venisse cancellato, ma Bob lo volle continuare. Così tenne un meraviglioso concerto a Pittsburgh.
Ma Rita non poteva essere d'accordo con la decisione di Bob ed il 23 Settembre il tour fu cancellato. Bob fu trasportato da Miami al Memorial Sloan-Kettring Cancer Center di New York. Lì i medici diagnosticarono un tumore al cervello, ai polmoni ed allo stomaco.Bob fu trasportato di nuovo a Miami, dove fu battezzato Berhane Selassie nella Chiesa Ortodossa Etiopica (una chiesa cristiana) il 4 novembre 1980. Cinque giorni dopo, nell'ultimo disperato tentativo di salvargli la vita, Bob fu trasportato in un centro di trattamento in Germania. Nello stesso ospedale tedesco Bob passò il suo trentaseiesimo compleanno. Tre mesi dopo, l'11 maggio 1981, Bob morì in un ospedale di Miami. Il funerale di Bob Marley in Giamaica, tenutosi il 21 maggio 1981, potrebbe essere paragonato al funerale di un re. Centinaia di migliaia di persone (compresi il Primo Ministro ed il leader dell'opposizione) parteciparono al funerale. Dopoil funerale il corpo di Bob MArley fu portato al suo luogo di nascita, dove si trova tutt'ora all'interno di un mausoleo,divenuto ormai un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per la gente di tutto il mondo. Un mese dopo la morte di Bob, gli fu conferito l'Ordine di Merito della Giamaica (Jamaica Order Of Merit), la terza più grande onoreficienza della nazione, in riconoscenza del suo grande contributo alla crescita culturale della Giamaica. Il profeta Gad insistette a lungo, già prima della morte di Bob, per diventare il proprietario dell'anello Jah Rastafari.
L'anello, comunque, miracolosamente sparì e nessunolo vide mai più.La madre di Bob Marley dice che l'anello è ritornato nel suo luogo d'origine. A Montego Bay, in Giamaica, è stato costruito il Bob Marley Performance Center e per alcuni anni vi si è svolto il festival Reggae Sunsplash. Nella primavera del 1983 venne pubblicato l'album Confrontation. Conteneva alcune canzoni inedite, alcune re-arrangiate ed altre pubblicate solo in Giamaica. La canzone Buffalo Soldier divenne un clamoroso successo internazionale. Nel 1984 fu realizzata la raccolta Legend: grazie al brano One Love/People Get Ready, questo ottimo disco divenne uno dei più venduti al mondo. Bob Marley & The Wailers stavano sopravvivendo.Dieci anni dopo la morte di Bob Marley uno speciale concerto ebbe luogo a Kingston, per celebrare Bob.Diversi artisti, tra i quali Ziggy Marley & The Melody Makers e la Reggae Philarmonic Orchestra suonarono e raccolsero fondi per costruire il Bob Marley Entertainment Complex a Kingston.
In tempirecenti sono state pubblicate dalla Tuff Gong altre raccolte di Bob Marley, da Natural Mystic (The Legend Lives On) a Soul Almighty (The Formative Years), fino al bellissimo cofanetto di 4 cd Songs Of Freedom. Oggi sono trascorsi ormai sedici anni dalla scomparsa del re del reggae. Molti sono gli artisti che nel corso di questi anni sono stati indicati come i successori di Bob. Chi lo ama e soprattutto chi ha voluto capire la sua musica sa, comunque, che nessuno mai in questo mondo potrà prendere il suo posto.

sabato 13 ottobre 2007

ADESSO BASTA!!!!!!!!!!!


NEW YORK - Le antenne paraboliche delle grandi televisioni americane sono di nuovo parcheggiate di fronte a Columbia University: due settimane fa le telecamere e i fotografi erano tutti per il presidente iraniano Ahmadinejad e i suoi contestatori, ieri al centro dell'inquadratura c'erano centinaia di ragazzi vestiti interamente di nero. Scandivano uno slogan: "Non nel nostro campus". Non riuscivano a farsene una ragione: l'onda lunga del razzismo, materializzato nel suo simbolo più classico, il cappio da forca, dalla Louisiana è arrivato fino a Manhattan. E nelle ultime settimane sta infettando scuole superiori e università di tutto il Paese. Martedì mattina, Madonna Constantine, 44 anni, professoressa afroamericana del Teachers College di Columbia University ha trovato un nodo scorsoio, a cui per un secolo i bianchi hanno impiccato i neri, appeso sulla maniglia della porta del suo ufficio, al quarto piano di uno dei più antichi edifici dell'università, sulla 120esima strada all'angolo con Broadway. Siamo al confine con Harlem. Siamo in quella che è considerata la migliore scuola d'America per la formazione degli insegnanti. Siamo nell'ateneo dove la carta intestata recita orgogliosa "Columbia University in the City of New York", dove questo sta a significare che qui si mescolano razze, religioni e identità. Ma proprio qui, qualcuno che conosceva bene il percorso tra le Aule, ed è riuscito ad eludere la sorveglianza notturna, ha minacciato una delle professoresse più famose e impegnate. Madonna Constantine studia i meccanismi psicologici del mondo dell'educazione e i suoi lavori spiegano chiaramente perché è stata scelta come bersaglio: è una donna impegnata da anni a combattere i pregiudizi radicati nella società americana. Nel suo ultimo libro, cerca di identificare e combattere il razzismo "non intenzionale" e "scontato". Era convinta che nel mondo di oggi ci si dovesse concentrare su forme leggere e subdole di discriminazione, invece le è stato recapitato il simbolo del Ku Klux Klan. Qualcosa che ha un potere evocativo tremendo: tra il 1882 e il 1968, in tutti gli Stati Uniti ci furono 4.743 esecuzioni sommarie, con il cappio appeso ai rami di un albero, di neri ritenuti colpevoli da giurie improvvisate composte da bianchi.
"Columbia come l'Alabama", ripetono gli studenti, che dall'altra notte si sono riuniti per discutere e ieri pomeriggio hanno manifestato all'ingresso del campus. "Il virus che ha infettato la nostra nazione per troppi anni è tornato, e se dalla Louisiana arriva a contagiare una delle università più prestigiose d'America allora è tempo di svegliarsi", dice Bill Perkins, il politico nero che rappresenta questa parte di città nel Senato dello Stato di New York. I ragazzi scandiscono i loro slogan senza sosta, quando a sorpresa appare la professoressa Constantine, lunghi capelli con le treccine e un blocco di appunti con i fogli gialli tra le mani: "Non starò in silenzio. Non mi farò intimidire". È un'ovazione, un lunghissimo applauso quasi liberatorio. Perché nessuno, nell'America in cui corre per la presidenza un giovane senatore nero, in cui la star più pagata della televisione è una nera, Oprah Winfrey, poteva immaginare che riapparissero i simboli del razzismo più antico. Tutto è ricominciato a Jena, in Louisiana, quando un anno fa sei giovani neri si sedettero sotto un albero al centro del cortile di una scuola superiore, un luogo "riservato" agli studenti bianchi. La mattina dopo puntuali, tra i rami, apparvero i cappi. Cominciarono una serie di scontri razziali, un ragazzo bianco venne picchiato da sei compagni e il procuratore, destando scandalo, li incriminò per tentato omicidio. Sono seguite manifestazioni e mobilitazioni contro il razzismo, l'albero è stato tagliato, ma il contagio era ormai partito. Un mese fa il cappio si è ripresentato nel campus dell'Università del Maryland, dove dondolava di fronte al palazzo che ospita le organizzazioni studentesche nere. Da quel momento, nelle ultime quattro settimane si sono registrati almeno dodici casi, tre alla settimana, e sono solo quelli più noti. Nodi scorsoi sono apparsi in numerosi licei, alla stazione degli autobus di Pittsburgh, perfino negli spogliatoi della stazione della polizia di Long Island. Il 29 settembre a Washington, alla scuola superiore per ragazzi non udenti della Gallaudet University, uno studente nero è stato circondato da sei compagni che lo hanno immobilizzato e con un pennarello gli hanno riempito la faccia e il corpo con svastiche e la scritta "KKK". Ora Columbia. La polizia ha mobilitato decine di detective e sospetta possa essere stato un collega, un professore che aveva dissapori e gelosie verso la Constantine. Ma il Columbia Spectator, il giornalino del Campus, non sembra crederci e racconta come le tensioni si siano riaccese nel 2004, quando un gruppo di studenti del Conservative Club, per protestare contro l'affirmative action - la legge che prevede le quote e gli aiuti per le minoranze - decise di mettere in piedi una serie di banchetti in cui si vendevano le torte. I classici banchetti per raccogliere fondi, ma qui le donne, i neri e gli asiatici pagavano meno dei maschi bianchi. Un modo per dire che il sistema favorisce le minoranze a discapito dei bianchi. Lo scandalo e le polemiche furono pesanti e gli studenti neri si presentarono all'università per una settimana intera completamente vestiti di nero per denunciare il ritorno del razzismo dentro l'ateneo. Nel dicembre dell'anno dopo apparvero le scritte del KKK sui muri di un dormitorio, e proprio il giorno dopo la visita di Ahmadinejad, in un bagno del dipartimento di relazioni internazionali, è apparsa una scritta che auspica il lancio dell'atomica sull'Iran e i luoghi sacri ai musulmani. Ma a lasciare il segno era la frase finale: "Gli Stati Uniti sono per i bianchi di origine europea".

venerdì 12 ottobre 2007

CI RISIAMO!!!!!!!!!




CAGLIARI. Sconcertante, vergognosa, sessista, razzista, offensiva, inaccettabile. Piovono strali a catinelle per le attenuanti «etniche e culturali» che un giudice di Hannover ha concesso a Maurizio Pusceddu, cagliaritano di 29 anni, colpevole di aver tenuto segregata l’ex fidanzata lituana, e di averla picchiata, violentata, torturata e umiliata per giorni. Ma, come si legge testualmente nella sentenza: «Si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell’imputato. È un sardo».Ragion per cui: «Il quadro del ruolo dell’uomo e della donna, esistente nella sua patria deve essere tenuto in considerazione come attenuante». Risultato: condanna a sei anni (con sconto di due per la sardità). Sollevazione unanime contro la «solita» Germania, con richiesta di scuse ufficiali. E il Codacons che annuncia: «Presenteremo al tribunale tedesco un esposto contro il giudice chiedendo di procedere per “ingiuria aggravata” nei confronti dei sardi». «Siamo in presenza di uno straordinario, forse irraggiungibile, esempio di razzismo contemporaneo» sostiene il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi. Il sassarese Mario Segni parla di «offesa per la giustizia e per la Sardegna». E Francesco Cossiga sceglie la strada del sarcasmo: «Mi sembra una sentenza saggia. Se una donna è legata ad un uomo è giusto che questi possa esercitare i suoi diritti».Laconico il commento di Renato Soru: «Gli imbecilli esisitono». Il presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, ricorda che non esiste «alcuna cultura sarda di segregazione e di violenza sulle donne». Il leader indipendentista Gavino Sale la definisce «frutto dell’ignoranza della cultura e della storia sarda». E il segretario nazionale del Partito sardo d’Azione, Efisio Trincas, ricorda che «I sardi sono stati sempre vittime di questi pregiudizi, ma pensare che ancora permangano ci disgusta. Pensavo che le teorie lombrosiane del delinquente nato caratterizzato da specifici tratti somatici, fosse ormai sepolte da un secolo, invece a quanto pare il giudice di un paesino della Bassa Sassonia ne è ancora condizionato». Sconcerto anche del consigliere regionale Maria Grazia Caligaris (Sdi): «Un giudice che accorda uno sconto di pena a uomo per un reato di violenza nei confronti di una donna adducendo motivazioni etnico-culturali rivela solo un becero animo maschilista». In Parlamento la protesta è vibrante e trasversale. «Ha dell’incredibile ed è frutto dei pregiudizi che ancora esistono» dice Amalia Schirru dell’Ulivo. Per Elettra Deiana e Daniela Dioguardi di Rifondazione la sentenza è «razzista e sessista». An e Forza Italia intanto chiedono che il Governo ottenga le scuse della Germania. «La sentenza denota soltanto grande ignoranza. Il Governo chieda spiegazioni» dice Carmelo Porcu (An). Gli fa eco l’azzurra Isabella Bertolini: «Il Governo deve chiedere scuse per una sentenza che offende il nostro Paese». E per Carolina Lussana (Lega) «Più che la decisione di un Tribunale europeo, sembra quella di un Tribunale ispirato dalla sharia islamica». Indignazione anche nel mondo della cultura. «La trovo una sentenza agghiacciante, sono quasi senza parole - commenta lo scrittore Marcello Fois - ma come si può avere un concetto simile dei sardi? Su quali elementi si basa un tale assurdo pregiudizio? E comunque è come se un tribunale sardo riconoscesse attenuanti a un antisemita tedesco, in quanto cresciuto in un ambiente razzista. Follia pura, insomma». «Una vera e propria imbecillità lombrosiana - attacca lo scrittore Salvatore Niffoi - cercare un alibi etnico-culturale per un giovane violentatore rappresenta questa sì una vera violenza nei confronti delle donne sarde e di un’isola che ha tra le sue divinità ancestrali la Terra madre, cioè uno dei simboli più alti della femminilità». Dello stesso avviso Gigi Riva: «Follia della sentenza a parte - sottolinea l’indimenticato bomber - decrivere i sardi come un popolo dedito alla violenza è da ignoranti. La violenza i sardi l’hanno sempre subita. Queste notizie sono dolorose, e mi riportano a brutti ricordi del passato, quando si diceva “ti mando in Sardegna” come se fosse una punizione. Luoghi comuni che nascondono il fatto che tutti i problemi che quest’isola ha avuto e continua a avere dipendono solo dal fatto che lo stato italiano l’ha sempre dimenticata».

giovedì 11 ottobre 2007

LA FINE DI UN MITO!!!!!!!!!!




La sera del 3 luglio 1971 Jim Morrison rientrò nel suo appartamento parigino con la moglie Pam, dopo una notte a base di cinema e di alcool. A casa, ubriaco, affrontò l'ultimo viaggio: una micidiale dose di eroina che entrò in simbiosi con l'alcool bevuto, provocando un edema polmonare che lo stroncò in poche ore. Si spegneva così la voce e l'anima dei Doors, uno dei gruppi più importanti della storia del rock. La loro rivoluzionaria stagione musicale, inaugurata quattro anni prima, era riuscita a espandere il rock oltre i suoi confini, oltre quelle "porte della percezione" descritte dal poeta visionario William Blake: "Quando le porte della percezione sono spalancate - aveva scritto - le cose appaiono come veramente sono, infinite". L'autore inglese Aldous Huxley, ispirato dalla citazione di Blake, intitolò "Le Porte della percezione" il suo trattato sugli effetti della mescalina. Da qui la scelta di Jim Morrison di chiamare la band The Doors. Secondo una delle leggende del rock, i Doors sarebbero nati su una spiaggia di Venice, California, quando Jim Morrison declamò a Ray Manzarek i versi di una poesia appena composta: "Moonlight Drive". Morrison e Manzarek si erano conosciuti alla Scuola di Cinema dell'Ucla. A unirli, la passione sfrenata per i classici della letteratura maledetta e decadente. Ma i due hanno storie diverse. Morrison, originario della Florida, è il figlio di un alto ufficiale della Marina americana, destinato anch'egli alla carriera militare. Ma è un personaggio complesso, fragile e carismatico insieme, animato da una vena poetica fuori del comune e da una smaccata attitudine anticonformista. Una personalità inquieta, che lo porterà a scontrarsi con la propria famiglia al punto da arrivare a dichiararsi "orfano". Manzarek, originario di Chicago, ha meno fascino ma più solide basi musicali, grazie alla sua esperienza di pianista di impostazione classica con una particolare predilezione per il rock e il blues. Ha studiato Legge per qualche anno, quindi si è dedicato al cinema, realizzando anche tre cortometraggi ("Evergreen", "Induction" e "Who I Am And Where I Live"), ma ha sempre coltivato la sua passione per il blues cantando con lo pseudonimo di Ray Daniels in un complessino di famiglia, i Rick & The Ravens, insieme ai fratelli Rick e Jim e al batterista John Densmore. A questa formazione si unisce Jim Morrison, realizzando sei demo ai World Pacific Studios. Sono gli albori dei Doors, che nascono ufficialmente come quartetto alla fine del 1965: a Morrison, Manzarek e Densmore si aggiunge, infatti, il chitarrista Robbie Krieger. In America è la stagione d'oro del sound di San Francisco all'insegna di "Pace & Amore", degli hippy, dell'acid-blues di Jefferson Airplane e Grateful Dead, ma anche del rock decadente dei newyorkesi Velvet Underground. I Doors, però, scelgono una nuova strada, del tutto atipica e originale. Nel 1966, dopo una dura gavetta nei locali di Los Angeles (London Fog, Whiskey A Go-Go), arriva la firma con l'Elektra, la storica etichetta Usa che lancerà anche band come , Television, The Cars. In due settimane, Morrison e soci completano l'omonimo album d'esordio, che esce nel gennaio 1967. " The Doors " è uno dei debutti più folgoranti e uno dei massimi capolavori della storia del rock. Visionario, intenso, selvaggio, il disco è un saggio del talento poetico di Morrison, ma anche della straordinaria abilità degli altri musicisti: Robby Krieger, ottimo compositore e chitarrista, capace di spaziare dal flamenco a un particolare genere di chitarrismo "bottleneck", Ray Manzarek, tastierista e organista in grado di comporre ed eseguire anche melodiche linee di basso, John Densmore, batterista jazz in perfetta sintonia con i tempi teatrali e i rituali ipnotici della band. L'alchimia musicale dei Doors fonde blues e rock psichedelico, poesia decadente e teatralità, rituali occulti e ritmi esotici. E le storie declamate dal baritono inquietante di Morrison sono un pugno in faccia ai valori precostituiti. "The End", versione rock del mito di Edipo che sfocia nella celeberrima e iper-censurata strofa "Mother, I will fuck you!", è un lungo, sfibrante raga, perso in un mare di ricami orientaleggianti, di improvvisazioni sonore, di vortici psichedelici che annebbiano la mente e la ipnotizzano, per poi folgorarla con un finale da elettroshock, in cui chitarra, organo e batteria convergono in un vertiginoso crescendo. Consumato attore teatrale, oltre che rocker, Morrison interpreta una delle sue sceneggiate più agghiaccianti, spaziando tra toni soffusi e slanci furoreggianti, tra momenti di estasi mistica e spasmi epilettici. Il brano sarà reso ancor più immortale dalla colonna sonora di "Apocalypse Now", il capolavoro di Francis Ford Coppola. Ma ripartiamo dall'inizio... "Break On Through": due minuti tiratissimi ed è già un colpo da ko immediato. Un inno generazionale in cui il profeta Morrison predica la ribellione, la ricerca della libertà assoluta, accompagnato da un riff hard-rockeggiante di kinksiana memoria. Ma i Doors sono anche maestri nello stemperare il pathos con improvvisi cali di tensione. Così, nella ballata lisergica di "Crystal Ship" l'inquietudine si trasfigura in sogno, in una sorta di dolce dormiveglia. Il canto baritonale di Morrison favoleggia di luoghi surreali e di mondi remoti, nei quali ritrovarsi dopo aver abbattuto ogni barriera ("We'll meet again, we'll meet again"), dopo aver valicato quelle "porte della percezione" che limitano la mente umana. Il disagio e il dolore ("The days are bright and filled with pain") sembrano quasi evaporare in una lenta perdita dei sensi ("Before you slip into unconsciousness/ I'd like to have another kiss"), in un oblio dalle tinte psichedeliche, sublimato da una melodia da incanto e dal crescendo finale del piano. Il blues dei Doors acquista toni allegri, quasi a voler simulare un intermezzo "leggero", in "20th Century Fox", ritratto al vetriolo di donna fatua e fatale ("She's a twentieth century fox/ Got the world locked up/ Inside a plastic box"). E l'atmosfera si fa addirittura surreale nello stralunato remake di "Alabama Song" del duo Kurt Weill-Bertold Brecht. I Doors si calano in atmosfere da cabaret espressionista per cesellare il loro omaggio alla cultura europea di inizio Novecento. L'esperimento sarà ribadito (in modo altrettanto splendido) nella versione di David Bowie. Dopo questi due intermezzi "stravaganti", l'anima incendiaria dei Doors riprende il sopravvento nei sette minuti di "Light My Fire", vorticosa ode al sesso che si consuma tra le fiamme di un blues-rock selvaggio (firmato da Krieger). Morrison, fauno dionisiaco, sembra quasi voler risvegliare la notte dei sensi perduti con la sua invocazione oltraggiosa e autodistruttiva: "Come on baby, light my fire/ Try to set the night on fire/ The time to hesitate is through/ No time to wallow in the mire/ Try now we can only lose/ And our love become a funeral pyre". E mentre Morrison intona il suo oscuro, primordiale richiamo, un’esplosione sonora deflagra tra le volute dell’organo di Manzarek e i riff lancinanti della chitarra di Krieger, in un ideale amplesso tra jazz e sonate barocche, flamenco e boogie, rock e folk arabo. Un duetto tra i più leggendari mai apparsi su un pentagramma rock. E se la melodica "I Looked at You" e l’incalzante "Take As It Comes" potevano dare l’impressione di una conclusione "leggera" dell’album, è la litania ancestrale di "End Of The Night" - sorta di terrorizzante fiaba notturna scandita al lento ritmo di una liturgia psico-lisergica - a far presagire che il finale sarà tutt’altro che un "happy ending". E infatti la fine arriva, implacabile: "The End". Ma per la storia del rock sarà solo l’inizio... Morrison e compagni suonano nei templi del rock californiano, Fillmore West e Matrix, ma non disdegnano anche qualche concessione allo show-business, come dimostra la partecipazione all'Ed Sullivan Show. Ma è proprio in quell'occasione che Morrison inizia la sua guerra contro i benpensanti d'America, ignorando una versione censurata "per famiglie" di "Light My Fire". I concerti accrescono il mito dei Doors. Le loro esibizioni, che condensano tutta la carica rituale ed esoterica del rock, mirano a unire esecutori e pubblico in una simbiosi quasi mistica, colpendo direttamente la Mente Universale. "Un concerto dei Doors - spiegava Jim Morrison - è un incontro pubblico convocato da noi per una particolare discussione drammatica. Quando ci esibiamo, siamo partecipi della creazione del mondo, e la celebriamo con la folla".A guidarli sul palco, non è solo il fascino da sciamano del cantante, ma anche la Musa. Morrison, infatti, è convinto che l'ispirazione non sia frutto di volontà, bensì della massima capacità di ricettività di un artista. Il poeta francese Arthur Rimbaud aveva invocato uno "sconvolgimento razionale di tutti i sensi", per raggiungere l'Ignoto. Jim Morrison ne segue le orme: "C'è il Noto - aveva affermato - e c'è l'Ignoto, e in mezzo ci sono le Porte (the Doors)". La qualità visionaria e decadente del loro sound viene ulteriormente arricchita nel secondo lavoro, Strange Days (ottobre 1967). È un album che accentua l'aspetto psichedelico, grazie all'originale organo di Manzarek (il quale lo usa anche per eseguire le linee di basso) e al canto baritonale, ora tenero ora rabbioso, di Morrison. E' un viaggio nel cuore di tenebra dell'America, nella tragedia del Vietnam, cui fa riferimento l'affascinante e ipnotica title track, ma anche nell'alienazione delle grandi città. Canzoni come la struggente "People are strange" (People are strange/ when you're a stranger/ faces look ugly when you're alone") o la desolata "You're lost little girl" (ripresa in chiave dark da Siouxsie) sono tragiche parabole della solitudine, dell'emarginazione, della nevrosi metropolitana. Ma non manca anche il blues-rock incendiario di "Love Me Two Times", che rilancia l'immagine sessuale di Morrison, o la ballata lunare di "Moonlight Ride", uno dei primi brani composti dalla band californiana.Anche grazie ai successi dei loro singoli, i Doors conquistano una buona fama (seppur lontanissima da quella accumulata oggi, a trent'anni dal loro scioglimento). Nel 1968, così, partono per il primo tour europeo assieme ai Jefferson Airplane. Ma il successivo album Waiting For The Sun (1968) delude parzialmente i loro fan. Il singolo "Hello, I Love You" fa il verso a "All Day And All Of The Night" dei Kinks, e il disco denota momenti di stanchezza, malgrado la presenza di un gioiello psichedelico come la spagnoleggiante "Spanish Caravan". La vocazione poetica di Morrison trova spazio all'interno della copertina, con la lunga poesia introspettiva e metaforica "The Celebration Of The Lizard", che gli varrà per sempre il soprannome di "Lizard King" (Re Lucertola). Una vocazione poetica che induce il cantante dei Doors a pubblicare due raccolte di poesie a proprie spese, "The Lords" e "The New Creatures" che non otterranno, però, il successo auspicato.I Doors si muovono ormai su un crinale sottile, sospesi tra la nuova fama acquisita e il percorso autodistruttivo del loro leader, sempre più perso nei suoi eccessi e nelle sue meditazioni esistenziali. Morrison vive da qualche tempo in un perenne stato di alterazione psicofisica, a causa dell'abuso di alcol e droghe, e non perde occasione per mettere in scena le sue provocazioni, troppo spesso gratuite e quasi mai condivise dal resto della band. A farne le spese è la capacità creativa del gruppo. Quando nel 1969 esce The Soft Parade appare subito chiaro l'intento più commerciale del nuovo corso, espresso da un singolo pur di ottima fattura come "Touch me". Ma il successo di pubblico e la nuova benevolenza dei media verso la band subiscono un duro colpo il 1° marzo dello stesso anno a Miami: al culmine di una performance divenuta ormai leggendaria, Jim Morrison sventola il pene all'aria e viene subito arrestato con l'accusa di oscenità in pubblico. Per i Doors è un colpo durissimo. Nel 1970, esce Morrison Hotel, album complessivamente deludente che annovera però uno dei futuri classici dei Doors: "Roadhouse Blues". Lo stesso anno l'Elektra pubblica Absolutely Live, doppio album dal vivo registrato tra l'estate del 1969 e i primi mesi del 1970, che riporta i Doors in classifica, anche se la frattura interna appare ormai insanabile e ancora più evidente quando Morrison si rifiuta di andare in tour per consolidare il ritrovato successo commerciale. In quei mesi frenetici, il quartetto torna in studio per incidere L.A. Woman, che sembra far riaffiorare segni di riscossa. Il capolavoro è "Riders On The Storm", struggente epitaffio in chiusura di disco, ma anche "L'America" (composta originariamente per il regista Michelangelo Antonioni), "The WASP (Texas Radio And The Big Beat)" e il singolo "Love Her Madly" lasciano sperare in una ritrovata vena creativa. Ma la crisi di Jim Morrison è ormai irreversibile. Nel marzo del 1971, insieme alla moglie Pamela, il cantante si trasferisce a Parigi, cercando conforto nell'atmosfera culturale della capitale francese, tempio dei suoi poeti prediletti: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine. Ma poche settimane dopo, la tragica notte del 2 luglio: l'ultimo, fatale, viaggio "oltre le porte della percezione". Pochi giorni prima, Morrison aveva rilasciato la sua ultima dichiarazione alla stampa: "Per me, non si è mai trattato di un'esibizione, di una cosiddetta performance . Era una questione di vita e di morte, un tentativo di comunicare, di coinvolgere molte persone nel privato mondo del pensiero". Abbandonato dalla famiglia, Jim Morrison viene sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise, vicino a Wilde, Balzac, Baudelaire, Proust. Sulla sua tomba, destinata a diventare uno dei grandi luoghi di pellegrinaggio del rock, una scritta: "James Douglas Morrison - Poeta, Cantante, Compositore". I tre Doors superstiti registrano due album tra il 1971 e il 1972, ma l'assenza di Morrison ne svela impietosamente i limiti. I ventilati tentativi di sostituire il cantante vanno presto in fumo e per i tre non resterà che dedicarsi allo sfruttamento del catalogo Doors, accontentandosi delle cospicue "royalties". Nel 1976 Francis Ford Coppola utilizza "The End" per il suo capolavoro "Apocalypse Now", libero riadattamento di "Cuore di tenebra" di Conrad alla guerra in Vietnam. Nel novembre 1978 esce An American Prayer, in cui Morrison recita le proprie poesie su un sottofondo sonoro composto dai tre Doors. Ma a partire dagli anni '80 il mito dei Doors ha un ritorno di fiamma straordinario, accompagnato dalla pubblicazione di decine di biografie, antologie, dischi dal vivo e videocassette. Jim Morrison viene venerato da una nuova generazione di giovani, innamorati della sua poesia, della sua musica, del suo carisma. Mentre non si contano i gruppi influenzati dalla musica dei Doors, al regista Oliver Stone non resta che sfruttare l'evento, con il film "The Doors", opera suggestiva che suscita però molte polemiche tra i fan della band perché giudicata per molti aspetti "non veritiera". Ad alimentare per sempre sospetti, dietrologie e nuove versioni, le circostanze della morte di Jim Morrison. Quella fatale notte parigina lo ha consegnato al pantheon delle vite bruciate del rock, in compagnia di Jimi Hendrix e Janis Joplin, scomparsi solo qualche mese prima. E' stata la chiusura di una stagione folle, fatta di sogni lisergici, poesia e dannazione. Non si può non concordare con il critico rock Riccardo Bertoncelli, quando scrive che "con i suoi slanci sinceri ma patetici verso un'arte-verità, con il desiderio di gettarsi fino all'immolazione nel fuoco dell'Espressione Pura, Jim Morrison ha finito per uccidere i Doors e rovinare sé stesso, impersonando fino all'estremo la contraddizione che è nel cuore del rock: musica di gioia e liberazione che porta dentro di sé il grumo nero della distruzione e del caos". Eppure mai come oggi il mito dei Doors è vivo. Sì, la musica è finita. Ma questa non sembra proprio "la fine".

TRIBUTE : JIM MORRISON

PENSIERI E RIFLESSIONI



















·






Ciascun giorno è farsi un giro nella storia.



· Se ti dicono che l'amore è un sogno, sogna pure ma non stupirti se ti svegli piangendo.



· Non parlare mai di pace e di amore: un Uomo ci ha provato e lo hanno crocefisso.



· Datemi un sogno in cui vivere, perchè la realtà mi sta uccidendo.



· Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatta eri felice.



· Se una mattina ti svegli e non vedi il sole, o sei morto, o sei il sole.



· Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.



· Quando morirò andrò in paradiso, perchè l'inferno l'ho già vissuto quaggiù.



· Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo.



· Quando odiamo qualcuno, odiamo nella sua immagine qualcosa che sta dentro di noi.



· Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.



· Non diventerò vecchio: io sono come una stella cadente.



· Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perchè è la mia vita.



· Piangevo perchè non avevo le scarpe, poi vidi un uomo senza i piedi.



· Non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato ciò che è proibito.



· Vivi intensamente ogni piccola cosa della tua vita, perchè un giorno, queste piccole cose, sembreranno grandissime.



· L'anima di una persona è nascosta nel suo sguardo, per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi.



· Darei la vita per non morire.



· Non arrenderti mai, perchè quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.
·
Amo gli adolescenti perchè tutto quello che fanno lo fanno per la prima volta.



· Quando moriremo andremo sicuramente in Paradiso, perchè l'Inferno l'abbiamo già vissuto qui.



· Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.



· Se sei triste e vorresti morire, pensa a chi è triste e vorrebbe vivere ma sa di dover morire.



· L'unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi.



· Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra.



· Se hai un'idea rispettala, non perchè è un'idea, ma perchè è tua.



· Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.



· Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime.



· Se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori!



· Vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l'avresti fatta.



· Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.



· Fuoco, cammina con me!



· Quando la gente mi chiede cosa vuol dire amare, abbasso gli occhi per paura di ricordare.



· La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore di chi ti ama.



· Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.



· Invece di sentirti in colpa o cercare scuse per delle azioni negative compiute in passato,


incomincia ora ad agire positivamente.



· Siamo buoni a nulla ma capaci di tutto.



· Fra il bene e il male c'è una porta, e io l'aprirò!



· è nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.



· Uccidere è il coraggio di un momento. Vivere il coraggio di sempre.



· Questa notte non può durare un eterno, perchè fra poco arriverà il mattino, ammesso che ci sia un domani.



· A volte il vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato.



· La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno.



· La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.



· Vivi ogni attimo e questo non sarà mai l'ultimo.



· Se dovessi scegliere tra la vita e la morte, perchè non esiste vita senza di te, di sicuro sceglierei la morte prima che mi scelga lei.



· Se tu fossi una lacrima, io non piangerei per paura di perderti.



· Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.



· Io sono così perchè rispecchio quello che ho dentro.



· Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perchè più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.



· C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.



· Tra il reale e l'irreale c'è una porta: quella porta siamo noi.



· Il mio migliore amico è lo specchio, perchè quando piango non ride mai.



· Vivo per amarti, morirò se dovrò dimenticarti.



· Solo chi non conosce il dolore, può ridere di chi soffre.



· Non accontentarti dell'orizzonte...cerca l'infinito.



· Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.



· I dubbi te li crea la libertà.



· A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.



· Questa dannata guerra finirà quando saremo troppo vecchi per goderci la pace.



· Non ho scelto io di nascere quindi lasciatemi vivere come mi pare.



· Io amo e vivo in silenzio ma dietro ogni sorriso nascondo una lacrima di dolore.



· Smetterò di amarti solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito.



· Se le persone che parlano male di me, sapessero quello che dico io di loro, parlerebbero peggio.



· Sogna perchè nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti puo' dare.



· Ho dato tutto ciò che potevo, sono un poeta che racconta le sue storie e che canta i suoi versi.



· Dopo il suo sangue, la cosa migliore che un uomo può dare di sè è una lacrima





LA PENA DI MORTE

Roma 10 ottobre 2007
10 ottobre, giornata mondiale contro la pena di morte




















Manifestazione contro la pena di morte

In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte di quest’anno, mercoledi’ 10 ottobre, Amnesty International chiede a tutti i governi di approvare la risoluzione per una moratoria universale sulle esecuzioni, in discussione nella sessione corrente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite."Questo e’ un momento di grande slancio in direzione dell’abolizione della pena di morte’ - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. ‘Sono 133 gli Stati membri delle Nazioni Unite, di ogni regione del mondo, ad aver abolito la pena di morte per legge o nella pratica. Nel 2006, solo 25 Stati hanno eseguito sentenze capitali e il 91% di esse ha avuto luogo in sei paesi: Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Sudan e Stati Uniti. Coloro che optano per la piu’ crudele, inumana e degradante delle punizioni sono ormai una minoranza. I governi devono appoggiare la risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu e compiere cosi’ un importante passo avanti verso un mondo senza piu’ esecuzioni".
Il numero delle esecuzioni documentate nel mondo ha subito un calo di piu’ del 25% nel 2006 rispetto all’anno precedente, da 2148 a 1591. Sempre nel 2006, sono state emesse altre 3861 condanne a morte in 55 paesi.
Il territorio europeo e’ una zona libera dalla pena di morte Unica eccezione la Bielorussia, mentre in Asia centrale si registra un chiaro passo avanti in direzione abolizionista: il Kirghizistan ha abolito la pena capitale per crimini ordinari nel giugno 2007; una moratoria e’ in vigore gia’ dal 2003 in Kazakistan e dal 2004 in Tagikistan; anche l’Uzbekistan si sta muovendo verso l’abolizione.
In Africa 6 Stati hanno portato a termine esecuzioni nel 2006 Nel marzo di quest’anno, il ministro dell’Interno del Ghana, Albert Kan Dapaah, ha annunciato la commutazione in ergastolo di 36 condanne a morte. Ad aprile, l’Alta corte del Malawi ha dichiarato incostituzionale l’assenza di discrezionalita’ nell’infliggere la pena capitale. In Nigeria, a maggio, le autorita’ hanno annunciato che avrebbero garantito l’amnistia per tutti i detenuti ultrasessantenni che avessero gia’ trascorso almeno 10 anni in attesa dell’esecuzione. A luglio, il Ruanda ha cancellato la pena di morte per ogni tipo di crimine, mentre Burundi, Gabon e Mali si stanno muovendo verso l’abolizione.
Nel continente americano, l’unico paese in cui hanno avuto luogo esecuzioni dal 2003 restano gli Stati UnitiMa gli stessi Usa stanno lentamente prendendo una posizione contraria alla pena di morte: le 53 esecuzioni del 2006 hanno rappresentato il dato annuale piu’ basso degli ultimi 10 anni e anche il numero delle condanne a morte continua a calare rispetto al picco registrato intorno alla meta’ degli anni Novanta.
In Asia, le Filippine hanno abolito la pena di morte nel 2006Sono stati registrati alcuni progressi anche in Cina: il 1° gennaio di quest’anno, la Corte suprema del popolo si e’ nuovamente attribuita il ruolo di revisore finale delle condanne a morte e questo dovrebbe portare, secondo esperti legali locali, a un probabile calo del 20-30% del totale di esecuzioni.
Il dibattito sull’abolizione della pena di morte sta crescendo anche in Algeria, Tunisia e Marocco. In quest’ultimo paese, nel 2005, la Commissione per la verita’ ha espressamente raccomandato l’adozione di questo provvedimento.









Le iniziative in ItaliaIn Italia sono previste iniziative in oltre 60 citta’ (l’elenco completo e’ su http://www.amnesty.it/).

IL DIRITTO ALLA VITA!!!!!!


Appello ad Amnesty International dal Movimento per la Vita

L'impegno dell'associazione internazionale perché l'aborto inserito tra i “diritti” fondamentali dell’uomo

Il lungo silenzio di Amnesty International sul diritto alla vita dei bambini non ancora nati costituisce una palese contraddizione con il dichiarato programma di difendere i diritti umani in tutto il mondo e in ogni situazione.Il diritto alla vita è, infatti, il fondamento di ogni altro diritto e attualmente gli attentati contro la vita umana nella fase più giovane dell’esistenza hanno raggiunto un’estensione enorme sviluppandosi in forme nuove. Ma, purtroppo, non si è ancora udita la voce di Amnesty a difesa delle vittime più deboli, povere, numerose.Tanto più doloroso appare oggi l’annunciato proposito di Amnesty di riconoscere l’aborto come diritto umano, sia pure limitatamente a casi estremi. Da una organizzazione come Amnesty ci saremmo attesi, accanto ad una solenne proclamazione del diritto alla vita fin dal concepimento di fronte alla legalizzazione dell’aborto in molti paesi, almeno un’azione rivolta a favorire l’educazione al rispetto della vita umana già concepita ed a costruire reti di solidarietà intorno alle madri con gravidanze difficili per garantire insieme a loro la nascita del figlio.Ci troviamo invece di fronte al progetto di promuovere l’aborto negli stati dove ancora non è stato legalizzato. Non ci lasciamo ingannare dalla precisazione di qualche esponente di Amnesty, secondo la quale si intende solo evitare la sanzione penale a carico della donna in situazioni eccezionali. Sappiamo bene che la minaccia penale nei confronti della donna non è l’unico mezzo per difendere la vita; riconosciamo l’opportunità che la società civile sappia in certi casi perdonare, abbiamo l’esperienza che è possibile salvare la vita del figlio ponendosi accanto e non contro la madre. Ma, a parte la considerazione che l’uomo è sempre uomo nonostante le condizioni talvolta inaccettabili nelle quali è stato generato, il silenzio protratto per decenni da parte di Amnesty sul diritto alla vita dei concepiti, lascia capire quale grande breccia nella protezione dei diritti umani fondamentali sarebbe la definitiva adesione di Amnesty all’annunciato progetto.Chiediamo perciò un ripensamento da parte degli organi centrali di Amnesty International. Esso favorirebbe un rinnovato impegni di collaborazione con Amnesty di quanti, cristiani o no, riconoscono che il principio di eguaglianza riguarda tutti gli uomini e non solo i già nati. Nel caso contrario ogni collaborazione diventerebbe impossibile nonostante il dolore di restare soli nella difesa integrale dei diritti umani.




Per aderire all'appello del Movimento per la vita ad Amnesty International, potete inviare la vostra adesione a: siallavita@mpv.org

domenica 7 ottobre 2007

NON SOLO IN BIRMANIA!!!!!!!!!!!!!!!!!

In 200mila alla marcia per la paceFazzoletti rossi per i monaci birmani
PERUGIA (7 ottobre) - Almeno 200 mila persone - secondo gli organizzatori - hanno partecipato oggi a Perugia alla Marcia della pace. La manifestazione ha preso il via come da tradizione dall'arco di San Girolamo a Perugia, per imboccare la lunga discesa verso Ponte San Giovanni e la pianura che porta alla città di San Francesco. Il corteo si è irrobustito poi lungo il percorso con l'afflusso di altri partecipanti. la marcia si è conclusa nel pomeriggio con la manifestazione finale sulla spianata della Rocca di Assisi.Ventiquattro chilometri il corteo, seguendo il percorso tracciato da Aldo Capitini per testimoniare la volontà di pace e, quest'anno, anche la necessità di difendere «tutti i diritti umani per tutti». Quasi in perfetto orario, poco dopo le nove, mentre le nubi cominciavano ad aprirsi a sprazzi di sereno, il mitico pulmino verde simbolo ambulante del pacifismo umbro ha aperto il corteo, seguito dai gonfaloni delle istituzioni italiane in ordine sparso. Pochi slogan, alla partenza, e forse meno che in passato le bandiere dei partiti, mentre tante sono quelle dei sindacati e dell'associazionismo. Dappertutto i simboli arcobaleno della pace. La marcia sfila questa volta a suon di sinfonie: dagli altoparlanti nessuna canzone o inno pacifista («ma che c'entra Beethoven?», chiede una giovane scout). Nel corteo un enorme striscione di un gruppo di manifestanti campani con una sola parola, «appaciammece», seguito da regolare tarantella. I cartelli sottolineano il tema di quest'anno, i diritti umani, dalla libertà di stampa alla democrazia, ma anche istanze come quella dei vicentini che non vogliono la base americana, degli umbri che difendono il diritto all'acqua come bene pubblico e uno che rivendica «il diritto alla casa per tutti». Prima del via dal palchetto pochi interventi, di rappresentanti israeliani, palestinesi, africani, russi (un ricordo di Anna Politoskaya) e, soprattutto, di un leader sindacale birmano che invita a andare avanti con la mobilitazione. I frati del Sacro Convento marceranno ad Assisi con un fazzoletto rosso come segno di solidarietà con i monaci birmani. «Senza rispetto dei diritti del lavoro non c'è libertà dell'uomo e non c'è democrazia». Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha sintetizzato così la presenza della sua organizzazione alla Marcia della pace, dedicandola al Governo e al sindacato clandestino della ex Birmania. «L'edizione di quest'anno - ha sostenuto il leader sindacale - ha una importanza particolare per gli amici della ex Birmania. Siamo solidali con loro e continuiamo insieme la battaglia. Da 15 anni sosteniamo il Governo e il sindacato clandestino birmano. Dedichiamo a loro questa nostra partecipazione. Chiediamo al Governo italiano e all'Ue di isolare la giunta militare anche attraverso un inasprimento dell'embargo». Secondo Bonanni le principali risorse del Paese derivano dalla vendita di legname e altre materie prime. «Le imprese italiane - è statoil suo invito - sospendano qualsiasi rapporto per riprepararsi a lavorare con la nuova democrazia birmana». Il sindaco di Perugia, Renato Locchi, ha ricordato che anche nelle città italiane esiste un problema di diritti negati, sottolineando il tema delle nuove forme di schiavitù legate alla prostituzione e al lavoro nero.


INDOSSIAMO OGNI MALEDETTISSIMO GIORNO UN FAZZOLETTO ROSSO .......IL MONDO E' PIENO DI QUESTE SCHIFEZZE!!!!!!!!!!!

mercoledì 3 ottobre 2007

DON ' T SAVIOUR

BUSH BOCCIA ASSISTENZA SANITARIA A BAMBINI POVERI
Come annunciato il presidente George W. Bush ha posto il veto sulla legge che intendeva estendere l'assistenza sanitaria ai bambini poveri dando vita a un nuovo fronte di scontro con la maggioranza democratica al Congresso. Si tratta della quarta volta dal suo insediamento nel 2001 che Bush usa questa prerogativa presidenziale. Il provvedimento, il 'Children's Health Insurance Program' (Chip) garantisce la copertura sanitaria solo ai bambini indigenti, attualmente 6,6 milioni di minori, ma ne esclude altri 4 milioni leggermente piu' fortunati che comunque non riuscirebbero a pagarsi un'assicurazione sanitaria. Proprio per questi ultimi il provvedimento bocciato da Bush prevedeva fondi extra per 35 miliardi di dollari ai programmi sanitari dei singoli Stati. La somma sarebbe stata raccolta grazie all'incremento della tassazione sulle sigarette.


CHE FIGLIO DI PUTTANA

lunedì 1 ottobre 2007

BIRMANIA:LIBERTA' VIOLATA!!!!!!!



















La Birmania e' uno dei tanti paesi in questo sporco mondo dove vengono calpestati i diritti umani ,dove queste parole sono parole gettate al vento .!!!!!!

IN QUESTO ARTICOLO VENGONO CITATI I DIRITTI UMANI.

La presente dichiarazione universale dei Diritti Umani
come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni; al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza limitazione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù: la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
Articolo 11
Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
Nessuno può essere costretto a far parte di un’associazione.
Articolo 21
Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
Ogni individuo ha il diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l’organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della sua stessa protezione sociale.
Articolo 26
Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, a godere delle arti e a partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento ed il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante a alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati

USA LA TESTA ........FAVA!!!!!


"Ecco il problema di chi beve, pensai versandomi da bere
Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare;
Se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare;
e se non succede niente si beve per far succedere qualcosa"