mercoledì 28 novembre 2007

CHE VERGOGNA!!!!!!!!!

























OGNI COMMENTO E' SUPERFLUO!!!!

Le immagini che seguono sono estremamente dure, però riteniamo doveroso mostrarle, perché fatti così gravi non devono passare inosservati. Il mondo deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita. Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella totale indifferenza di coloro che passano.La piccina è solo un'altra vittima della politica crudele del governo cinese che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone rurali), con aborto obbligatorio.Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè.Automobili e biciclette passano schizzando fango sul cadaverino. Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione. La neonata fa parte delle oltre 2000 bambine abbandonate appena nate ogni anno, in conseguenza della politica del governo cinese.L'unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato:'Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue dalle narici'.Questa signora ha chiamato l'Emergenza però non è arrivato nessuno. 'Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone passavano ma nessuno faceva nulla... Ho scattato queste foto perché era una cosa terribile...''I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie foto che non per la piccina...'In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura.Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979.I metodi usati però causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati.Ufficialmente, il governo condanna l'uso della forza e della crudeltà per controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del controllo subiscono tali pressioni allo scopo di limitare la natalità, che formano dei veri e propri 'squadroni dell'aborto'. Questi squadroni catturano le donne 'illegalmente incinte' e le tengono in carcere finché non si rassegnano a sottoporsi all'aborto.In caso contrario, i figli 'nati illegalmente' non hanno diritto alle cure mediche, all'istruzione, né ad alcuna altra assistenza sociale. Molti padri vendono i propri 'figli illegali' ad altre coppie, per evitare il castigo del governo cinese.Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano le principali vittime della limitazione delle nascite.Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo del matrimonio e ciò le rende un vero e proprio un peso.Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia.Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è rappresentato da feti femminili.Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione maschile e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il traffico di donne.L'aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi comune corrompere gli addetti per ottenere un'ecografia dalla quale conoscere il sesso del nascituro.Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanotrofi.Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e ignora il problema della discriminazione contro le bambine.Alla fine, un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e lo gettò nel bidone della spazzatura.









FATELA GIRARE QUESTA E-MAIL, NON TROVATE SCUSE CHE NON AVETE TEMPO, CHE LA FARETE DOPO. OGNI GIORNO TRA NOI CE NE MANDIAMO DI TUTTI I TIPI, PER QUELLE IL TEMPO CE L'ABBIAMO SEMPRE.

martedì 20 novembre 2007

I BUONI MOTIVI PER NON VOTARE BERLUSCONI



1. Prima delle elezioni del 13 maggio 2001 il candidato premier della Casa delle libertà invia una sua "fotobiografia" a 18 milioni di famiglie italiane, spendendo 23 miliardi di lire, mai dichiarate come spese elettorali. Ma "il libro non faceva parte della campagna elettorale; era solo un supplemento della testata Linea Azzurra." (Sandro Bondi, deputato di Forza Italia).
2. La nuova maggioranza vara in tutta fretta tre leggi (falso in bilancio, rogatorie, rientro dei capitali dall'estero), non previste dal programma di governo, con l'evidente obiettivo di liberare il presidente del Consiglio, l'azienda del presidente del Consiglio e gli amici del presidente del Consiglio da problemi giudiziari.
3. Il presidente del Consiglio afferma che i no global sono paragonabili ai terroristi islamici.
4. Un cronista del Corriere va all'uscita della caserma del Primo reparto mobile (quello dell'irruzione alla scuola di Genova). Dice un agente: "I no global, quei teppisti, devono starsene buoni come pecorelle, muti, non vogliamo sentire mezzo slogan contro di noi. Se no a Roma gli diamo il resto, quello che non siamo riusciti a dargli a Genova".
5. Il capo del Governo organizza cortei di partito e tiene comizi in piazza.
6. Raiuno trasmette integralmente in diretta il comizio di quaranta minuti del capo del Governo durante l'Usa-day (orrore: per l'uso dell'inglese).
7. Due deputati di An fanno un'interrogazione parlamentare per sapere se una famosa attrice, fotografata su una rivista insieme al presidente della Rai, ne ricaverà per caso giovamento professionale. (Il pettegolezzo come arma parlamentare.)
8. Bruno Vespa, cerimoniere del terzo ramo del Parlamento (Porta a porta), si chiede: "Che razza di nazione è quella dove uno scrittore (Tabucchi) può insolentire il capo dello Stato sull'Unità dopo averlo fatto su Le Monde?" (Gli rispondiamo noi: "Una democrazia, belìn.")
9. Il sottosegretario agli interni, avvocato Taormina, reclama che i magistrati inquirenti e giudicanti che hanno perseguito il presidente del Consiglio nei processi per corruzione della Guardia di finanza siano giudicati e condannati dal tribunale per aver violato dolosamente i princìpi della giurisdizione. (Alla faccia dell'indipendenza del potere giudiziario.)
10. L'avvocato Pecorella, difensore del premier in uno dei processi in cui è imputato, è nominato presidente della commissione Giustizia della Camera.
11. Secondo il capo del Governo attuale l'opposizione negli anni '90 ordì una guerra civile per spazzare via la classe dirigente di allora. (Tangentopoli non è mai esistita! Vabbé che la storia la riscrivono i vincitori.)
12. Il presidente del Consiglio dice che i comunisti si sono infiltrati dovunque, dai giornali ai tribunali, soltanto per colpire e affondare il suo progetto politico.
13. Il presidente del Consiglio dice che certa stampa inventa e orchestra le notizie solo per metterlo alla berlina, in Italia e all'estero. (Mai sentito parlare di libertà di stampa, Cavaliere?)
14. L'on. Garagnani, di Forza Italia, ha inventato il "Telefono amico della scuola", al quale ci si può rivolgere per denunciare i professori che fanno propaganda antigovernativa o antiamericana, quelli che denigrano il premier o fanno lezione con l'ausilio di giornali schierati. (La delazione come arma politica.)
15. Da noi quando si scopre uno scandalo non finisce alla gogna chi l'ha provocato, ma chi l'ha scoperto e raccontato. (E chi sta alle verità ufficiali fa un'ottima carriera.)
16. L'ex sottosegretario Taormina difende, come avvocato, presunti mafiosi o imputati di reati contro la pubblica amministrazione nei confronti dei quali l'Avvocatura generale dello Stato (e quindi il governo) si è costituita parte civile.
17. Il ministro della funzione pubblica Frattini è stato prescelto dagli imprenditori nei collegi arbitrali che devono dirimere controversie per centinaia di miliardi tra enti pubblici e gli stessi imprenditori privati. (Ha promesso che rinuncerà all'incarico.)
18. ll ministro dell'economia Tremonti ha emanato una circolare attuativa che modifica una legge approvata dal Parlamento, ponendo 23 mila miliardi a carico del pubblico erario senza copertura. (Violazione dell'art. 81 della Costituzione sull'obbligo della copertura finanziaria.)
19. Il ministro dell'Istruzione Moratti mette in ruolo 13 mila precari insegnanti di religione, designati dal vescovo e scelti quindi con criteri di fede religiosa. (La Costituzione fa divieto di privilegiare i cittadini sulla base dell'appartenenza a un credo religioso.)
20. Un deputato (avvocato) va in tribunale a difendere il presidente del Consiglio (imputato). Non essendo soddisfatto di come va il processo annuncia che rivolgerà un'interrogazione parlamentare al governo, presieduto dall'imputato. Il ministro della Giustizia promette una risposta prima ancora che l'interrogazione sia ufficialmente presentata dall'avvocato-deputato.
21. Il ministro della Giustizia Castelli rifiuta la proroga a un giudice a latere del processo Iri-Sme, in cui sono imputati il premier e Cesare Previti, imponendo così di fatto che il processo ricominci da capo (e assicuri agli imputati una prescrizione certa del reato).
22. "Tutti i procedimenti penali per la violazione delle leggi elettorali s'intendono archiviati per insussistenza del fatto". (Bozza di proposta di legge dei ministri Buttiglione e Giovanardi).
23. Il questore di Treviso autorizza una manifestazione antirazzista non ritenendola pericolosa per l'ordine pubblico (e infatti non lo è stata). Il senatore leghista Stiffoni lo avverte: "C'è stato un giro di prefetti e questori, e mi risulta che il lavoro sia solo cominciato.".
24. Durante i primi sei mesi del nuovo governo, nelle reti Rai il presidente del Consiglio è andato in onda il doppio del capo dello Stato e il triplo del leader dell'opposizione. Nelle reti Mediaset per ogni minuto concesso al leader dell'opposizione venti minuti sono andati al presidente del Consiglio. (Dati dell'Osservatorio di Pavia sulle trasmissioni tv).
25. Il ministro delle Comunicazioni Gasparri telefona in diretta alla trasmissione satirica della Rai "Quelli che il calcio." per minacciare querele a tutti perché si sente diffamato da una gag di Gene Gnocchi.
26. Nella giornata campale delle dimissioni del ministro degli Esteri Ruggiero, i telegiornali vengono invasi dalla proposta del premier di combattere la prostituzione di strada e riaprire le case chiuse. (E' l'astuzia mediatica di deviare l'attenzione della gente su altri problemi quando il potere si trova in difficoltà).
27. La discussione tecnico-giudiziaria di un processo (Iri-Sme) viene spostata dalla sua sede propria (l'aula giudiziaria) alla televisione (Porta a porta). Cesare Previti, imputato e parlamentare della maggioranza, in assenza di contraddittorio può parlare del suo processo e fare gravi affermazioni contro magistrati assenti.
28. Il coordinatore pesarese di Forza Italia, Pierugo Boni, su carta intestata del partito intima a tutti i presidi di bloccare la presentazione nelle scuole di un libro di Norberto Bobbio. Il testo del filosofo contiene alcune frasi critiche sul premier e quindi la sua diffusione "rappresenterebbe un'iniziativa gravissima sia dal punto di vista didattico. sia dal punto di vista del rispetto delle istituzioni che vengono colpite nel massimo vertice di rappresentanza: il presidente del Consiglio".
29. In occasione della Giornata della Memoria 2002, il sindaco veronese di Forza Italia, Michela Sironi, si oppone all'installazione per una settimana in piazza Brà di un vagone ferroviario con una piccola mostra sulla deportazione degli ottomila ebrei italiani finiti nei lager. Il motivo è di "non voler creare precedenti, concedendo la piazza per fini dimostrativi".
30. Il sindaco leghista di Treviso, Gentilini, a proposito delle nuove nomine in Rai afferma: "Epurazione! Chiarezza delle regole! Cacciata in esilio dei personaggi inquinanti! Questa è la nuova era tracciata dalla vittoria elettorale".
31. Il ministro degli Interni Scajola dichiara: "Al G8 di Genova, dopo la morte di Carlo Giuliani, avevo dato ordine di sparare contro chiunque si fosse provato a violare la zona rossa, per tutelare Bush e i leader presenti al vertice da rischi di attentati". Ma, in democrazia, in base a quale codice o regolamento può un ministro dare l'ordine di sparare?
32. Il capogruppo al Senato di Forza Italia, Schifani (quello che si fa intervistare accanto alla fotografia autografata del presidente del Consiglio), telefona in diretta a Santoro per comunicargli questa insolita tesi: "Non potete parlare male del governo perché il governo è stato votato da milioni di italiani".
33. Una manifestazione politica (quella del Palavobis di Milano) viene presa a pretesto per chiedere di spostare dalla città il processo Sme-Ariosto, in cui è imputato il presidente del Consiglio. E' l'ultimo cavillo trovato dalla pletora dei suoi difensori (novantotto avvocati e trentadue consulenti), che lo hanno difeso dalle "calunnie della magistratura rossa" in più di ottocento udienze.
34. "Nessuno dei paesi dell'Est Europa sarebbe ammesso nell'Unione europea se il primo ministro avesse un tale dominio sul 90% della tv nazionale". (Financial Times del 4 marzo 2002).
35. Risentito per le battute della Gialappa's e delle Iene, il ministro Bossi accusa la "cupola televisiva di sinistra di rovinare i giovani col nichilismo".
36. La Commissione della cultura, della scienza e dell'educazione del Consiglio d'Europa (cui aderiscono 43 Paesi), in una dichiarazione approvata pressocché all'unanimità, "constata con viva preoccupazione che il governo italiano controlla la quasi totalità delle reti nazionali di televisione. Il Primo ministro rimane proprietario di tre reti televisive private, nonché di un importante gruppo editoriale, e non ha preso le distanze dalla gestione dei suoi interessi mediatici".
37. Nel giorno dei funerali del prof. Biagi, ucciso dai terroristi, il presidente del Consiglio afferma, in un suo lungo spot all'interno dei telegiornali, che "chi vuole le riforme in Italia viene duramente avversato e a volte, come in questo caso, eliminato fisicamente". Il ministro della Giustizia Castelli aggiunge che "gran parte dell'opposizione italiana non è democratica". Il ministro della Difesa Martino dice che "la manifestazione della Cgil è un pericolo enorme per le libere istituzioni della nostra democrazia". Il sottosegretario al Welfare Sacconi invita la Cgil a "chiarire da che parte sta". Il ministro delle Riforme Bossi afferma che "le bugie di Cofferati sono state l'alibi per il ritorno del terrorismo". (Insomma, chi si oppone a questo governo è complice dei terroristi. Ricordiamo sommessamente che, quando hanno ucciso il prof. D'Antona, nessuno si era sognato di criminalizzare l'opposizione guidata dal Cavaliere Eppure il centrodestra aveva parlato di "regime" durante il governo Prodi-Ciampi (!), aveva incitato alla rivolta contro il "governo illegittimo" di D'Alema, che era "frutto di un golpe e di brogli").
38. Dice il presidente del Consiglio: "Siamo qui per cambiare il Paese, non per galleggiare. E non ci fermeranno né le piazze né le pistole", mettendo così in un unico calderone sindacati, opposizione e terroristi.
39. La Casa delle libertà propone modifiche del Codice di procedura penale, fatte per favorire i soliti imputati eccellenti e per delegittimare la magistratura (Trasferimento del processo "quando per gravi e oggettivi motivi di ordine pubblico o per legittimo sospetto si manifesti il pericolo di turbamento della libertà del giudice, delle parti o dei testimoni". Pena diminuita sempre "quando l'imputato è incensurato o ha superato i 65 anni". Attenuanti sempre applicate se , per effetto della diminuzione di pena, il reato risulti estinto per prescrizione. Pena dai tre ai diciotto anni al magistrato che ha emesso una "ingiusta condanna").
40. Durante una conferenza internazionale a Sofia il capo del Governo annuncia il licenziamento dalla tv pubblica di due giornalisti (Biagi e Santoro) e un comico (Luttazzi), colpevoli di non pensarla come lui. (Ma che diritto ha un premier di dare ordini ai vertici della Rai?)
41. Il presidente francese Chirac (di destra), durante la campagna elettorale 2002, dichiara: "Io non propongo di fare le riforme in modo autoritario, come forse è accaduto in Italia."
42. Il premier italiano reagisce alle critiche di Chirac e Jospin: "Amo la Francia e continuo ad amarla, anche se qualcuno, ignorando le cose italiane, si mette a fare il clown." (Tutt'altra cosa il russo Putin, ex comunista ed ex funzionario del Kgb).
43. Cavaliere: "Signora ambasciatrice, che cosa posso fare per lei?" Ambasciatrice italiana in Romania: "Presidente, mi piacerebbe restare qui per qualche mese ancora. Il lavoro mi appassiona." "Ma si figuri, ci resti quanto vuole: va bene un anno, due, mi dica lei." "Ma no presidente, bastano sei mesi." "Castellaneta prenda nota, brava signora ambasciatrice, continui così. I Balcani sono interessanti." (Il dialogo è riportato da "Velina Azzurra". Per il capo del Governo l'iter amministrativo per prorogare l'incarico a un ambasciatore rappresenta a quanto pare soltanto un optional).
44. Il presidente del Consiglio non ha partecipato nel 2002 e nel 2003 alle cerimonie commemorative ufficiali del 25 aprile, data fondamentale nella storia del suo Paese.
45. Il capo del Governo presenta agli aspiranti sindaci del centrodestra il Vademecum elettorale al quale devono attenersi. Riguarda il comportamento da tenere in campagna elettorale, il look e perfino il discorso che devono fare in pubblico. (Il discorso naturalmente è scritto da lui e vale per tutti i candidati e tutte le amministrazioni).
46. La Casa delle libertà, in vista delle elezioni amministrative del 26 maggio 2002, presenta alla commissione di Vigilanza della Rai una mozione per sospendere le trasmissioni di Biagi, Santoro e Vespa. (Nessuna mozione invece per le trasmissioni di Mediaset. Comunque non sarebbe più utile aumentare le informazioni politiche, anziché diminuirle, prima di un voto importante?).
47. Sarà Datamedia, l'istituto di ricerca preferito dal presidente del Consiglio, a fornire alla Rai i sondaggi elettorali per i prossimi tre anni. (Nell'epoca del conflitto di interessi, in Rai mancavano solo i sondaggisti prêt-à-porter del Cavaliere).
48. Dal luglio al dicembre del 2001 Studio aperto e Tg4, telegiornali di Mediaset, hanno riservato il 100% del tempo dei servizi di politica a esponenti del Polo o del governo.
49. Il 12 maggio 2002, in piena campagna elettorale per le amministrative, il Tg1 ha fatto un primo bilancio di un anno di governo del centrodestra. Sono stati intervistati quattro esponenti della maggioranza (Fini, Calderoli, Pisanu e Giovanardi) . Non è stata sentita nessuna voce dell'opposizione.
50. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Schifani, con moglie e uomo di scorta, viene giustamente respinto all'ingresso di un cinema di Palermo perché ha la tessera Agis scaduta. I proprietari del locale, informati del fatto, si affrettano ad offrire al senatore una tessera annuale gratuita per quattro persone.
51. "Per questo spettacolo lei è pagato dal Piccolo Teatro e dall'INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico), che sono di Berlusconi. Sì, insomma, sono dello Stato e quindi. se vuole parlarne male se ne vada". Così Gianfranco Micciché, viceministro dell'economia, avverte preventivamente il regista Luca Ronconi, che aveva intenzione di esporre alcune caricature di uomini di governo nella rappresentazione delle "Rane" di Aristofane al Teatro Greco di Siracusa (estate 2002).
52. Secondo una ricerca commissionata dalla Margherita a un gruppo di esperti, negli ultimi sei mesi Publitalia, la concessionaria di pubblicità del gruppo Mediaset, avrebbe goduto di un vantaggio competitivo valutabile in 36-38 milioni di euro nei confronti della concorrenza Rai. Causa: la presenza del padrone di Mediaset alla guida del governo.
53. Il sottosegretario ai Beni culturali Sgarbi è piombato in piena notte e di domenica a Volterra, imponendo ai responsabili locali un tour che ha incluso la pinacoteca civica, i resti del teatro romano, le mura etrusche e palazzo Incontri-Viti. La visita è iniziata intorno alle 23 ed è durata più di tre ore.
54. Dopo due anni il processo di Milano contro Berlusconi e Previti è ancora nella fase dell'escussione dei testimoni.
55. In una riunione di leghisti a Palazzolo sull'Oglio, il ministro della Giustizia Castelli proclama: "Siamo riusciti a sventare il diabolico piano della sinistra, che voleva cancellare il popolo lombardo e sostituirlo con i musulmani."
56. Dai palinsesti della Rai per il 2002/03, presentati a Cannes, spariscono due programmi di successo (il Fatto e Sciuscià), che avevano portato ascolti, pubblicità e prestigio alla tv pubblica. I giornalisti Biagi e Santoro in precedenza erano stati "licenziati" dal presidente del Consiglio durante una conferenza stampa in Bulgaria.
57. "Il professor Biagi è stato assassinato perché era una figura chiave. ucciso dai terroristi per il ruolo importante svolto al ministero del Welfare." Così il ministro dell'Interno Scajola alla Camera, il giorno del dibattito subito dopo il delitto.
"Non fatemi parlare. Biagi figura centrale?...Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza. Se fosse stato protetto sarebbero morti in tre." Così il ministro dell'Interno Scajola durante una visita di Stato a Cipro.
58. Il deputato di Forza Italia Francesco Nitto Palma presenta alla Camera un testo di legge che prevede l'immunità per parlamentari e membri del governo, nonché la sospensione dei processi in cui essi sono coinvolti, fino al termine del loro mandato.
59. Il deputato di Forza Italia Pierantonio Zanettin propone alla Camera che durante i processi sia proibita l'utilizzazione di intercettazioni e di tabulati relativi a conversazioni o comunicazioni nelle quali siano coinvolti parlamentari o componenti del governo.
60. Il senatore Melchiorre Cirami (Udc) presenta un disegno di legge che prevede l'introduzione del legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice come elemento sufficiente per spostare un processo dalla sua sede naturale. Il Senato si affretta ad approvare prima della chiusura estiva. (E' l'ennesimo urgente tentativo di congelare i processi dove sono imputati Previti e il Primo ministro: rivedere a proposito i punti 2, 9, 10, 20, 21, 27, 33, 39, 54, 58, 59 di questa rubrica. Pur di difendere il Capo, la Casa delle libertà mostra di fregarsene degli effetti dirompenti che le sue leggi potrebbero avere sugli altri processi).
61. Il deputato di Forza Italia Giancarlo Pittelli presenta un disegno di legge che parla di: a) avviso di garanzia appena viene aperto il fascicolo di indagine; b) libero pensiero di un magistrato - espresso fuori dall'esercizio delle sue funzioni - come motivo sufficiente per ottenere la ricusazione; c) obbligo delle attenuanti generiche; d) dimezzamento dei termini di prescrizione per gli imputati che hanno compiuto 65 anni. (A questo punto non sarebbe meglio una legge che dichiari semplicemente l'"improcessabilità" del Cavaliere? Ci verrebbe almeno risparmiato il pericoloso stravolgimento del codice di procedura penale).
62. Due deputati di An, Roberto Salerno e Michele Bonatesta (della Vigilanza Rai), hanno chiesto al direttore di Rai3, Paolo Ruffini, la visione preventiva di un reportage sul ponte di Messina, che sarebbe andato in onda la settimana dopo, il 24/09/02. (Il tentativo di censura preventiva è stato però respinto).
63. Nella Giornata della Memoria (27 gennaio 2003), istituita per ricordare i crimini del nazi-fascismo, il presidente del Consiglio italiano, in un discorso ufficiale, "dimentica" di citare il fascismo, che fu responsabile delle famigerate leggi razziali contro gli ebrei italiani.
64. Fra il 2001 e il 2003, l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Ettore Albertoni, ha ridotto del 37,5 % le spese per la "cosiddetta grande cultura" e incrementato fino al 24 % (erano il 7 nel 2000) i finanziamenti ai progetti "padani", per evidenziare le improbabili radici celtiche locali. Ogni decisione è stata presa a livello centralizzato, escludendo Province e Comuni. Fra le opere di fondamentale importanza: la mostra sul Futuro dei Longobardi, le ricerche sulla Donna gardesana, il vocabolario italiano-comasco e il corso di tradizioni della Val Trompia.
65. Il 15 febbraio 2003 la Rai nega la diretta alla più grande manifestazione per la pace che si sia mai vista (tre milioni di partecipanti a Roma) per trasmettere documentari e telefilm.
66. Il 30 aprile 2003, dopo la condanna in primo grado di Cesare Previti a 11 anni per corruzione di magistrati - reato che egli avrebbe commesso prima della sua "scesa" in politica - il presidente del Consiglio accusa i giudici milanesi di golpismo e avverte che risolverà una volta per tutte il problema della politicizzazione dei magistrati. (Il Capo del governo italiano si schiera dunque dalla parte dei corruttori condannati e contro i tribunali che amministrano la giustizia nel nome del popolo italiano).
67. Ai primi di maggio 2003 il presidente del Consiglio scatena un'offensiva senza precedenti, ripresa ovviamente da tutte le reti televisive e da tutta la stampa. Sei giorni, sei interventi clamorosi: una lettera di fuoco al Foglio contro i magistrati politicizzati; una "dichiarazione spontanea" al processo Sme; un comizio all'assemblea-quadri della Pubblica Amministrazione; un'ispezione nella redazione del Tg3; uno spot pubblicitario di 51 minuti alla trasmissione Excalibur; un comizio alla convention di Forza Italia in Friuli ("Non esiste alternativa democratica al centrodestra", ha stabilito). L'effetto di questo bombardamento mediatico è che nessuno in questi giorni parla più di economia, di federalismo, di immigrazione, di opere pubbliche, di scuola, di politica estera, del dopoguerra in Iraq, delle scadenze elettorali imminenti. Una nebbia fumogena copre i problemi veri del Paese.
_

venerdì 16 novembre 2007

PENA DI MORTE: ....APPROVATA MORATORIA!!!!



La Terza commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera ad ampia maggioranza la risoluzione che chiede una moratoria internazionale sulla pena di morte. Il voto è stato di 99 Paesi a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Le probabilità di passaggio erano aumentate con la bocciatura di tutti gli emendamenti posti sul suo cammino. La decisione apre adesso la strada a una presa di posizione dell'intera Assemblea generale entro fine anno.«È una vittoria di tutta l'Italia - ha commentato il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema - l'Italia conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani». Sulla stessa lunghezza d'onda l'ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro, Marcello Spatafora, che subito dopo il voto ha dichiarato: «Quella vinta oggi è una battaglia di cui tutti dovremmo essere orgogliosi». L'Italia ha svolto infatti un ruolo di primo piano nella campagna e nei negoziati per far avanzare la risoluzione, divenuta una priorità di politica estera. Il testo, dopo due giorni di teso dibattito, è rimasto invariato con ben 14 emendamenti, spesso presentati con l'intento di far deragliare la risoluzione, tutti respinti. La commissione aveva aperto i lavori mercoledì, per proseguirli giovedì mattina: gli emendamenti sono stati bocciati in media con 80 voti contro 70, una ventina di astensioni e altrettanti non partecipanti alle deliberazioni. Le dichiarazioni di voto sulla risoluzione sono cominciate verso le tre di pomeriggio ora di New York, dopo che anche un ultimo tentativo degli oppositori di far votare la risoluzione punto per punto era fallito. L'approvazione richiedeva soltanto una maggioranza semplice dei Paesi votanti.La decisione della Terza commissione rappresenta un passo molto importante ma ancora non definitivo per la risoluzione. L'appuntamento, infatti, è ora con l'Assemblea generale, probabilmente a metà dicembre, per un voto sulla moratoria: se varata dai 192 Paesi la risoluzione acquisterà un immmediato valore morale, anche se non sarà vincolante. Negli anni Novanta due proposte di risoluzione, che tuttavia chiedevano l'immediata abolizione della pena di morte anziché una moratoria, si erano arenate.Il voto in commissione è giunto al termine di una saga già rivelatasi lunga e difficile: la moratoria era rimasta ostaggio di richieste di porre l'accento sull'eliminazione della pena capitale e di controproposte per ammorbidire il testo. La risoluzione alla fine presentata e ieri approvata invoca una moratoria in vista di una futura eliminazione.Il testo sottolinea che la pena capitale «danneggia la dignità umana», che «non esistono prove conclusive del suo valore deterrente» e che «qualunque errore giudiziario nella sua applicazione è irreversibile e irreparabile». Inizialmente 72 Paesi, fra cui l'Italia e tutte le nazioni dell'Unione Europea, avevano sottoscritto il testo, un elenco in seguito allungatosi a 87 firmatari. I sostenitori comprendono ad oggi una dozzina di capitali latinoamericane e otto Paesi africani, dal Brasile all'Angola.Le più strenue obiezioni sono arrivate da Paesi mediorientali, asiatici e caraibici. Tra i critici più convinti della risoluzione si è distinto Singapore, ma resistenze sono emerse anche da Botswana, Barbados, Iran, Egitto e anche Cina. Iran, Cina, Stati Uniti, Pakistan e Sudan vantano oggi il 90% delle esecuzioni al mondo. Alcune delle obiezioni, sintomo delle polemiche che dividono l'Onu sulla pena di morte, hanno anche sollevato lo spettro del colonialismo e dell'interferenza negli affari interni di singole nazioni. «Abbiamo visto - ha detto il rappresentante di Singapore Kevin Cheok - simili episodi in passato. C'era un tempo in cui le nostre vedute venivano ignorate». Cheok ha dichiarato che il dibattito sulla pena di morte minaccia di «avvelenare» il clima alle Nazioni Unite. L'ambasciatore italiano Marcello Spatafora ha respinto simili accuse e ha risposto che l'iniziativa per la moratoria è internazionale

domenica 11 novembre 2007

LE TASSE SULLA BENZINA



Le tasse sulla benzina e le accise - 21 Gennaio 2006 È giusto che ogni tanto su questi argomenti che riguardano i carburanti e le lotte che il nostro partito dovrebbe intraprendere per la cancellazione in Sicilia delle accise sui carburanti che ci spetta per diritto Statutario (art.38), ci si fermi un attimo a ragionare.In Sicilia tra la produzione e la lavorazione del greggio si arriva al circa il 70% del fabbisogno nazionale. Le conseguenze limite che paga la nostra gente per tutto questo, che offendono la dignità, la sovranità, il decoro (inquinamento, distruzione delle nostre coste, malattie di vario tipo come la leucemia etc.) sono molto alte.E la nostra classe Politica dovè? che fa?, forse si guarda bene a portare queste rivendicazioni ad un tavolo di trattative per una giusta ed equa soluzione, ma perchè..?. “…ma questa è un’altra storia…”
Ma veniamo a noi…tutti sanno che il prezzo della benzina verde / diesel alla pompa è fortemente oscillante in funzione del prezzo del greggio.Dall'inizio dell'anno 1 pieno costa all'incirca 6 € in più, così che lo Stato di sole tasse ha già incassato 600 - 700 milioni di euro in più di sola Iva, in base al meccanismo per il quale l'imposta sul valore aggiunto si applica sulla somma tra il prezzo industriale della benzina e l'accisa, l'impatto dell'Iva cresce infatti al salire dei prezzi della materia prima.

§ più sale il prezzo della benzina più lo Stato guadagna §

L’Associazione consumatori commenta e approfondisce la notizia secondo cui per ogni € 25,82 (le vecchie 50.000 lire) di benzina pagateal distributore € 18,07 (35 mila di vecchie lire) sarebbero di tasse tra accise e Iva.
L’Adoc si è manifestata niente affatto sorpresa da questo dato ricordando che su € 1,00 circa (1.940 lire) di un litro di super o verde, su cui già grava una sostanziosa accisa, l’iva viene calcolata su quest’ultima oltre che sul prezzo della benzina, provocando una lievitazione del prezzo finale, cui si è giunti grazie ad un moltiplicatore di troppo.Come dire cioè che quasi due-terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo è in tasse.Ed il gettito per l'erario - in base all'attuale meccanismo di tassazione dei carburanti - cresce all'aumentare del prezzo al consumo: per ogni 0,051 euro di aumento del prezzo al distributore (100 lire per chi ancora non ha grande dimestichezza con la nuova moneta) lo Stato guadagna di sola Iva 0,008 euro in più al litro (oltre 16 lire).Questa tassa sulla tassa porta noi automobilisti a pagare un’imposta:del 50% circa sul Gpl auto,del 64% sul Gasolio edel 70% sulle Benzine.Ma non è finita qui! E’ dal 1935 infatti che alla benzina vengono annesse imposizioni fiscali per far fronte ad un impegno militare o ad un disastro civile.Non volendo scendere nel merito del perché debba essere tassata la benzina per far fronte a tali spese, viene da chiedersi: “come mai queste tasse non siano mai state tolte ???”.L’Adoc ha reso nota, tutte le tappe di questi aumenti, una lista ingiustificabile di tutte le voci aggiunte negli anni (e mai tolte!) al totale dei distributori.
I prezzi finali dei carburanti attualmente sono dati dal prezzo industriale a cui va aggiunta l'accisa e l'Iva al 20% sul totale delle prime due voci. Nonostante le punte di 1,2 toccate in alcuni distributori italiani, del prezzo pagato per un litro di verde, solo 0,419 euro sono legati all'effettivo costo del carburante: la parte rimanente, pari a 0,754 euro è riconducibile a tasse (0,56 euro il peso dell'accisa e 0,195 quello del'Iva).Il discorso può sembrare quasi incomprensibile se non si conosce cos'è l'accisa.Le accise, non più al singolare ma al plurale, sono le imposte sui carburanti che da Mussolini in avanti i vari governi hanno aggiunto al prezzo della benzina come “una tantum”, dimenticando poi di cancellarle ad emergenza finita, divenendo così “una semper”e sono:

* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004

Totale: £. 485,90, ossia un quarto di euro di una tantum

BOICOTTA !!!!!!!!!!!!!



COME AVERE LA BENZINA A META' PREZZO?


Anche se non hai la macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amiciBenzina a metà prezzo?

Diamoci da fare...

Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere. Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.50 Euro al litro.UNITI possiamo far abbassare il prezzo muovendoci insieme, in modo intelligente e solidale.

Ecco come...

La parola d'ordine è "colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli".Posta l'idea che non comprare la benzina in un determinato giorno ha fatto ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi, si tratta solo di un pieno differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno!), c'è un sistema che invece li farà ridere pochissimo, purché si agisca in tanti.Petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia da 0, 95 e 1 Euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che un prezzo ragionevole anche per loro è circa la metà.I consumatori possono incidere moltissimo sulle politiche delle aziende: bisogna usare il potere che abbiamo.La proposta è che da qui alla fine dell'anno non si compri più benzina dalle 2 più grosse compagnie, SHELL ,ESSO ,AGIP ed IP che peraltro ormai formano un'unica compagnia. Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), saranno obbligate a calare i prezzi.Se queste due compagnie caleranno i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi.Per farcela, però dobbiamo essere milioni di NON-clienti delle compagnie sopra elencate, in tutto il mondo. Questo messaggio proviene dalla Francia, è stato inviato ad una trentina di persone; se ciascuna diqueste aderisce e a sua volta lo trasmette a, diciamo, una decina di amici, siamo a trecento.Se questi fanno altrettanto, siamo a tremila, e così via...Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla "settima generazione", avremoraggiunto e informato 30 milioni di CONSUMATORI

giovedì 8 novembre 2007

L ' EDITTO BULGARO











Nel dibattito politico italiano l'uso dell'ormai consolidata espressione editto bulgaro o editto di Sofia è dovuto a una serie di vicende seguite a una dichiarazione di Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, rilasciata in una conferenza stampa svoltasi in occasione di una visita ufficiale a Sofia il 18 aprile 2002, dichiarazione ribattezzata poi, dal giornalista Simone Collini de L'Unità, "diktat bulgaro"; Daniele Luttazzi vi si riferisce come "ukase bulgaro" nei suoi numerosi pezzi. Nella dichiarazione, Berlusconi, denunciò quello che, a suo dire, era stato un «uso criminoso» della tv pubblica da parte dei giornalisti Biagi e Santoro e del comico Daniele Luttazzi, affermando successivamente che sarebbe stato «un preciso dovere della nuova dirigenza» RAI non permettere più il ripetersi di tali eventi. L'affermazione venne interpretata dall'opposizione e da una parte dell'opinione pubblica, come un auspicio per l'allontamento dei tre dalla RAI; che lo fosse o meno, i tre effettivamente dopo poco non lavoreranno piu nella RAI alla quale hanno fatto ritorno solo a diversi anni di distanza.
La fortuna di tale formula espressiva (editto o diktat bulgaro), che l'ha resa così atta alla comunicazione politico giornalistica fino a consolidarla come una vera e propria frase fatta di largo uso nella discussione politica, è certamente legata alla sua innegabile potenza espressiva: i sostantivi "editto" e "diktat" sono utilizzati con l'intento di evocare l'idea di un'imposizione dall'alto o, per il riferimento ad un sistema dittatoriale, di instaurare un parallelismo tra la vicenda e le azioni di controllo e censura della stampa compiute dalla dittatura bulgara sotto il regime Sovietico, così da rafforzare le critiche mosse al governo Berlusconi di attuare politiche di regime. Ciò in quanto, fra l'altro, Silvio Berlusconi era già detentore dell'unico polo televisivo privato di rilievo in Italia.



La dichiarazione originale fu: « L'uso che Biagi, Santoro, ... come si chiama quell'altro ... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. » (Silvio Berlusconi, 18 aprile 2002)

La dichiarazione venne immediatamente accolta dall'opposizione, e più in generale dai non simpatizzanti di Berlusconi, come un'intrusione dell'esecutivo nelle decisioni del neoeletto CdA della RAI, allo scopo di allontanare dalla televisione pubblica i giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro ed il comico Daniele Luttazzi. Biagi, Santoro e Luttazzi erano infatti già precedentemente ritenuti sgraditi al governo in carica, essendo già stati accusati più volte dallo stesso Berlusconi di manifesta partigianeria e di aver portato avanti una campagna di attacchi personali verso di lui con un uso indebito del canale pubblico, perfino in campagna elettorale a ridosso delle elezioni del 2001. Secondo tale corrente di pensiero è difficile non leggere le dichiarazioni di Berlusconi ed i conseguenti avvenimenti come un attacco alla libertà di stampa e una subordinazione della RAI al governo, con compromissione della sua funzione di TV di pubblico servizio. Tale interpretazione della dichiarazione quale ingerenza venne successivamente rafforzata nell'opinione pubblica dopo l'effettiva sospensione dei programmi Sciuscià, Il Fatto e Satyricon, che realizzava di fatto l'allontanamento dei tre personaggi dal video, come auspicato da Berlusconi, entro pochi mesi dalla dichiarazione incriminata. L'allontanamento suscitò immediatamente accese critiche in quanto i tre, pur non avendo mai nascosto la loro posizione critica nei confronti del governo Berlusconi, riscuotevano ugualmente una notevole popolarità e i loro programmi ottenevano buoni risultati in termini di share, rendendoli a dire di alcuni una "buona risorsa per l'azienda"[citazione necessaria] RAI. Inoltre quanto affermato durante le loro trasmissioni non è mai stato contestato nella sostanza: in tutte le cause intentate contro di loro, i diversi giudici hanno riconosciuto che le loro affermazioni erano contingenti e tutte basate su fatti veri. In realtà, pur essendo questa la prima volta che l'ingerenza politica arrivava così apertamente, in RAI si sono più volte verificati allontanamenti ed interruzioni di trasmissioni per motivi politici Ad anni di distanza, nel corso della trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, Berlusconi asserì che «Quando, a Sofia, ho parlato di Biagi, Santoro e Luttazzi, non pensavo che fossero presenti giornalisti. Altrimenti mi sarei attenuto ad un linguaggio ufficiale». In effetti la frase era stata però pronunciata in una conferenza stampa davanti a duecento giornalisti internazionali al termine di una visita ufficiale alle autorità bulgare, ma né il conduttore né i tre direttori di giornale presenti intervennero per ricordarlo




Il caso Santoro






La decisione di sospendere il programma Sciuscià e di non impiegare Michele Santoro nel palinsesto autunnale, venne adottata dopo la seduta del CdA RAI del 30 ottobre conseguentemente a un procedimento disciplinare interno aperto nei confronti del giornalista per i contenuti di due puntate delle sue trasmissioni: "Sciuscià Edizione Straordinaria" (24 maggio 2002) e un reportage di "Sciuscià" del 5 agosto 2002. Dal settembre 2002 la collaborazione di Santoro con la RAI fu sospesa e non più ripresa, e il programma venne sostituito da Excalibur condotto da Antonio Socci , accusato a sua volta di tenere una condotta diametralmente opposta a quella di Santoro: di sostegno a Berlusconi e ostile nei confronti dell'opposizione; tale programma fu caratterizzato, per tutta la sua durata, da ascolti molto più bassi rispetto a quelli di Sciuscià. Nel giugno 2003, relativamente alla causa di lavoro intentata dal giornalista, il tribunale di Roma emanò un'ordinanza in cui impose alla RAI un risarcimento a beneficio di Santoro e il riaffido a quest'ultimo della conduzione di un programma «di approfondimento giornalistico a puntate collocato in prima o in seconda serata con dotazione delle risorse umane, materiali e tecniche, idonee ad assicurare la buona riuscita di esso, in misura equivalente a quella praticata per i programmi precedenti», ordinanza mai recepita, neppure successivamente a un richiamo dell'Autorita per le garanzie nelle comunicazioni, che invitava la RAI «al rispetto dei principi di pluralismo, obiettività, completezza ed imparzialità». La disputa tra la televisione pubblica italiana e Santoro si protrasse fino al 26 gennaio 2005




Il caso Luttazzi




La sospensione del programma Satirycon condotto daDaniele Luttazzi, avvenne nel dicembre 2002 e lo stesso venne sostituito con il programma Bulldozer contenitore di esibizioni di diversi comici presentato da Federica Panicucci Come motivazioni ufficiali delle sospensioni dei programmi di Biagi e Luttazzi furono avocate necessità di revisione dei Palinsesti per rendere la RAI competitiva nei confronti della concorrenza, che nelle stesse fasce orarie trasmetteva programmi di successo come Stricia La Notizia Per quanto riguarda in particolare Satyricon la sospensione era inoltre giustificata, secondo alcuni, come conseguenza delle continue polemiche che avevano coinvolto la trasmissione: nel corso di una puntata Luttazzi aveva infatti annusato un paio di slip indossati dall'attrice Anna Falchi ospite del programma, mentre in un'altra aveva simulato la coprofagia Secondo Luttazzi il vero motivo della sospensione della trasmissione da lui condotta andava, invece, ricercato nel fatto di aver ospitato nel corso di una delle puntate del programma, andata in onda nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche italiane del 2001, il giornalista Marco Travaglio il quale nel corso dell'intervista aveva, tra l'altro, presentato le tesi contenute nel proprio libro sull'origine ignota dei capitali con i quali Berlusconi aveva iniziato la sua attivita imprenditoriale.




Il caso Biagi




Biagi decise di replicare la sera stessa dell'editto nella puntata del Fatto, dichiarando: « Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri . Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto . Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. » Le trasmissioni del Fatto proseguirono regolarmente fino alla prima settimana di giugno quando terminò la stagione. La dirigenza Rai decise di cancellare il programma, dopo un lungo tira e molla cominciato già a gennaio cioè prima dell'editto bulgaro, quando il direttore di Rai Uno, Agostino Saccà, si recò alla commissione parlamentare di vigilanza. Egli dichiarò che l'azienda doveva controbbattere Striscia la Notizisa e non poteva permetterselo con una trasmissione di cinque minuti che aveva conosciuto nell'ultimo periodo un calo di 3-4 punti di share. La dichirazione fu contestata dai commissari del centro-sinistra durante l'audizione, perché i dati Auditel dichiaravano che il Fatto aveva uno share del 27,92% di media, quasi otto milioni di telespettatori, addirittura superiore alla quota dell'anno prima, che aveva una media del 26,22%. In seguito, il 17aprile, furono diffuse le nuove nomine della Rai. Rai Uno venne affidata a Fabrizio Del Noce, in quota F.I., che dichiarò che «stava studiando una soluzione idonea per il Fatto e per Enzo Biagi». Successivamente, Saccà e Del Noce proposero a Biagi diverse soluzioni alternative per la collocazione del Fatto: alle 13:00, dopo il Tg1 delle 12:30 (ipotesi respinta da Biagi: «È troppo presto per approfondire adeguatamente i fatti del giorno»), poi alle 19:50 (ipotesi respinta anche questa: «Peggio della prima! È assurdo fare l'approfondimento prima della notizia»). Del Noce non confermò alla stampa la presenza del Fatto nei palinsesti, non ancora definitivi per la nuova stagione 2002-2003 e diffusi a maggio. Biagi scrisse al nuovo presidente della Rai, Antonio Baldassare, già membro della Corte Costituzionale, chiedendo spiegazioni sul suo futuro e se la Rai intendesse rinnovare il suo contratto in scadenza a dicembre. Baldassare, presentandosi ai telespettatori come «un punto di riferimento per la libertà dentro la Rai»[citazione necessaria], rispose a Biagi che «è e rimarrà una risorsa per l'azienda» facendosi intervistare proprio al Fatto. Un mese dopo, durante la tradizionale presentazione a Cannes dei palinsesti autunnali della Rai, il Fatto era assente. Alle domande dei giornalisti, la Rai rispose che «Biagi aveva perso appeal»[citazione necessaria]. Il 2 luglio si tenne un incontro fra Enzo Biagi, il regista del Fatto Loris Mazzetti, Fabrizio Del Noce e Agostino Saccà, che era diventato nel frattempo direttore generale della Rai. In questo vertice si decise di sopprimere Il Fatto e di affidare a Biagi una trasmissione in prima serata, con inchieste e temi d'attualità. Inoltre si decise di rinnovare il contratto che legava Biagi alla Rai. La bozza del contratto arrivò a Biagi solo il 18 settembre, dopo ripetute sollecitazioni da parte di quest'ultimo. Intanto Il Fatto era stato sostituto da un programma comico, con Tullio Solenghi e Massimo Lopez, "Max e Tux". Il nuovo programma precipitò ben presto dal 27 al 18% di share. Del Noce imputò a Biagi il crollo degli ascolti perché «col suo vittimismo ha scatenato verso Rai Uno un accanimento senza precedenti»[citazione necessaria]. Biagi decise di lasciare Rai Uno e intavolò, con la mediazione sempre di Loris Mazzetti, trattative con il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, per riprodurre Il Fatto sulla sua rete alle 19:53, dopo il Tg3 e i telegiornali regionali. Alla diffusione della notizia, il presidente Rai Baldassarre dichiarò: «É una bella notizia, ma troppo costosa per Rai Tre».[citazione necessaria] Il 20 settembre Biagi, in una lettera al direttore generale Saccà, scrisse che se la Rai aveva ancora bisogno di lui (come dichiarato dallo stesso dg) e se questo ostacolo era rappresentato da problemi economici, egli si dichiarava pronto a rinunciare al suo stipendio, accettando quello dell'ultimo giornalista della Rai, purché detto stipendio venisse inviato al parroco di Vidiciatico, un paesino sperduto nelle montagne bolognesi, che gestiva un ospizio per anziani rimasti soli. Saccà replicò, con una lettera al quotidiano La Repubblica (che stava dando grande risalto alla vicenda), che il programma non poteva essere trasmesso per esigenze pubblicitarie.[citazione necessaria] Il 26 settembre Saccà inviò ad Enzo Biagi una raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui gli spiegava, con toni formali, che Il Fatto era sospeso, così come le trattative fra lui e la Rai; si sarebbe trovato il tempo più in là per fare un nuovo programma, magari dai temi più leggeri. « Il direttore generale Saccà mi ha mandato la disdetta del contratto con ricevuta di ritorno, che è la cosa che mi offende di più. Io sono stato licenziato con ricevuta di ritorno, perché magari potevo dire "non lo sapevo... ma guarda, mi hanno cacciato via e non me n'ero neanche accorto!". E dalla dirigenza della Rai non ho mai più sentito nessuno. » (Enzo Biagi dal film Viva Zapatero!) La raccomandata con ricevuta di ritorno è in realtà il metodo previsto per comunicazioni legali o ufficiali ma la regista del film Viva Zapatero! non è intervenuta per ricordarlo. Biagi, esausto per quell'interminabile tira e molla, offeso per i contenuti di quella raccomandata che secondo la sua interpretazione «lo cacciava ufficialmente dalla Rai»[citazione necessaria], su consiglio delle figlie e di alcuni colleghi, decise di non rinnovare il contratto e di chiudere il legame fra Biagi e la Rai, con una transazione economica, curata dall'avvocato milanese, Salvatore Trifirò. La Rai riconobbe il lungo lavoro di Biagi "al servizio dell'azienda" e pretese che in cambio non lavorasse per nessun'altra rete nazionale per almeno due anni. L'annuncio della chiusura del contratto provocò polemiche su tutti i giornali e attacchi durissimi ai dirigenti Rai, già sotto assedio per il crollo degli ascolti (che avevano provocato le dimissioni di tre dei cinque membri del Cda). Saccà e Baldassare dichiararono ai giornali che «Biagi non era stato mandato via»[citazione necessaria], che quella era solo un'invenzione dei giornalisti, che Enzo Biagi era il presente, il passato e il futuro della Rai, che «la presenza di voci discordanti dall'attuale maggioranza, com'è appunto quella di Biagi, era fondamentale»[citazione necessaria]. Di fronte a queste levate di scudo, Biagi commentò con : «Ma, se allora tutti mi volevano, chi mi ha mandato via?».[citazione necessaria] Poco dopo, il consigliere d'amministrazione Rai Marcello Veneziani, vicino ad Alleanza Nazionale, dichiarò che Biagi con «quella chiusura del contratto, aveva svenato l'azienda e quindi la smettesse di piagnucolare a destra e a sinistra»[citazione necessaria]. Biagi allora rese pubblico il suo contratto di chiusura. La sua liquidazione è la stessa cifra che, successivamente, un giudice stabilirà come risarcimento per Michele Santoro.[citazione necessaria] Il fatto fu sostituito prima con Max & Tux, una serie di sketch comici muti interpretati da Massimo Lopez e Tullio Solenghi per la regia di Giuseppe Moccia (il Pipolo di Castellano e Pipolo) e Carlo Corbucci: il programma, in onda per alcune settimane, ebbe ascolti ben inferiori a quello di Biagi il che portò, contrariamente agli asseriti obiettivi che avevano portato alla chiusura del programma di Biagi da parte dell'ente radiotelevisivo pubblico, ad un conseguente record di ascolti per Striscia la Notizia. In un'intervista relativa allo scarso successo del programma (che comunque raggiunge picchi di 6/7 milioni di ascoltatori) e alle critiche che ne erano seguite, lo stesso Solenghi ammise che "Striscia viaggia sui nove [milioni di ascoltatori]. Ma Striscia è una corazzata, nessuno di noi aveva l'ambizione di porsi alla pari" Dopo l'esordio del programma Biagi dichiarò che « Per ora la situazione è piuttosto incerta e ferma: la Rai può proporre e anche comandare ma non e' detto che uno debba accettare ... Mi hanno proposto il venerdì in seconda serata cioè quando tutti sono già partiti per il week end. Mi chiedo perché dovrei accettare dopo tutte le prime serate di successo che abbiamo fatto. D'altra parte quello che non andava è stato già detto in Bulgaria: e infatti né io né Santoro siamo in onda. Personalmente non sono un uomo per tutte le stagioni, non è obbligatorio andare in onda » (Dichiarazioni di Enzo Biagi il giorno successivo al primo episodio di Max & Tux In seguito quella fascia oraria fu occupata per un breve periodo da La zingara, quiz condotto da Cloris Brosca dal dicembre 2002 da Il Castello condotto alternativamente da Pippo Baudo, Carlo Conti e Mara Venier e infine, nell'autunno del 2003, da Affari tuoi, programma che registrò un notevole successo tanto da divenire poi uno dei programmi di punta della rete, in grado di battere anche la concorrenza. Dopo il ritorno in RAI di Biagi, a sorpresa Berlusconi in un'intervista del 23 aprile 2007 fece parziale marcia indietro, elogiando il suo nuovo programma e dichiarando: « Io non ho mai detto che Biagi e gli altri non dovessero continuare in RAI. Io ho detto che non dovevano utilizzare la RAI per fare trasmissioni faziose. Forse ho calcato la mano ma il servizio pubblico è pagato da tutti, anche da chi non la pensa come Biagi o gli altri. » (Silvio Berlusconi, intervista a Radio anch'io) All'indomani della morte di Enzo Biagi, avvenuta nel novembre del 2007, Berlusconi ha inoltre dichiarato di aver solo voluto esercitare un diritto di critica sull'utilizzo della tv pubblica e che «Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia»

lunedì 5 novembre 2007

TOXICITY!!!!




Riporto l’elenco dei prodotti:




Pandoro Motta: Alluminio, Argento Salatini Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio



Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio



Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno



Macine Barilla: Titanio
Granetti Barilla: Ferro, Cromo



Nastrine Barilla: Ferro
Plum cake allo yogurt



Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo



Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio



Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo



Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio



Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio



Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio



Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese



Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)



Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio



Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio



Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel



Tortellini Fini: Ferro, Cromo



Hamburger McDonald’s: Argento



Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel



Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)



Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio



Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo




I metalli elencati sono tutti sotto forma di particelle nano e micro-metriche (nano = dal miliardesimo al decimilionesimo di metro, micro = dal milionesimo al centomillesimo di metro). Per particelle si intendono “sassolini” composti da una grande quantità di atomi, e questi sassolini non sono utilizzabili dall’organismo che non è in grado di ricavarne gli elementi (oligoelementi) necessari per il metabolismo.
È fondamentale sapere che le particelle in questione non sono biodegradabili e non sono biocompatibili. Come tali non sono utilizzabili e sono patogeniche.I metalli, una volta ingurgitati, vanno tranquillamente dall’apparato digerente al sangue, dal quale sono portati dappertutto.
C’è però una buona notizia per le Coop.Il panettone della Coop ha superato ogni esame e non contiene alcun metallo.
E poi dicono che Consorte non arriverà a mangiare il panettone a Natale: su quello che mangia lui va sul sicuro!




AUTOPSIA DI UNA SIGARETTA

domenica 4 novembre 2007

Pena di morte, presentata la moratoria alle Nazioni Unite

La battaglia per la moratoria universale della pena di morte entra nel vivo: al termine di una maratona negoziale al Palazzo di Vetro, Brasile e Nuova Zelanda a nome di altri 70 co-sponsor hanno depositato il testo che fa appello a tutti gli stati che ancora mantengono la pena di morte a «stabilire una moratoria sulle esecuzioni in vista della loro abolizione».
Il testo fa anche appello agli stati che hanno la pena di morte a «ridurne progressivamente» l'uso e «il numero di delitti per i quali può essere imposta», mentre chiede alle nazioni che hanno mandato in pensione il boia a non reintrodurre il regime della morte di stato.
L'Assemblea Generale - «guidata» dagli obiettivi e dai principi della carta delle Nazioni Unite e «richiamando» la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo - chiede al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon di far rapporto sulla sua attuazione alla 63esima Assemblea Generale che si aprirà a New York nel settembre 2008.
«Con oggi speriamo di aver compiuto un passo definitivo e irreversibile verso l'approvazione della moratoria sulla pena di morte», ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi sottolineando la «grande soddisfazione non solo per il governo italiano, che ha speso grandi energie per ottenere questo risultato, ma anche per il Parlamento che con un voto unanime, aveva dato forte impulso e convinto appoggio all'azione dell'esecutivo».
La moratoria sulla pena di morte è rimbalzata al Congresso dei radicali italiani a Padova e Emma Bonino, che fino a giovedì scorso a New York aveva febbrilmente negoziato sul testo, è scoppiata in un pianto di gioia. Venerdì intanto una delegazione della Comunità di Sant'Egidio guidata dal portavoce Mario Marazziti e la Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte presenteranno al presidente dell'Assemblea Generale Srgian Kerim cinque milioni di firme a favore della moratoria.
A questo punto comincia la vera battaglia da affrontare, ha detto l'ambasciatore italiano all'Onu Marcello Spatafora con «determinazione» ma anche «massima flessibilita». La risoluzione non è un documento vincolante, ma come tutti i testi varati dall'Assemblea Generale ha forte peso morale, tant'è che per due volte, nel 1994 e nel 1999 i paesi del partito della pena di morte sono riusciti a far deragliare iniziative analoghe spaccando la coesione europea.
Un accordo tra i 27 dell'Ue è stato invece stavolta raggiunto, anche se con qualche difficoltà: alcuni paesi - tra cui Olanda e Belgio - volevano fino all'ultimo un testo più forte, puntato sulla richiesta dell'abolizione della pena capitale.
Alla fine ha prevalso la linea dell'Italia: moratoria e nulla di più. Il fronte pro-moratoria non può comunque riposare sugli allori: il testo dovrà affrontare l'ostracismo di Paesi come Egitto, Singapore e alcuni caraibici, determinati ad affondarla con «emendamenti killer» o mozioni di non luogo a procedere.
Rispetto a otto anni fa ci sono motivi di cauto ottimismo: negli Stati Uniti, dove gli umori forcaioli del 1999 hanno lasciato spazio a un dibattito pieno di interrogativi sulla opportunità di fermare il boia, l'ambasciatore all'Onu Zalmay Khalilzad ha lasciato intendere che Washington terrà un basso profilo sulla questione. Lo stesso atteggiamento potrebbe tenere la Cina dove il numero delle esecuzioni è in calo a causa di più severe misure giuridiche rispetto al passato.Se tutto andrà come previsto, il testo della risoluzione verrà discusso e votato in commissione tra il 14 ed il 29 novembre, per poi approdare in Assemblea Generale a metà dicembre, in coincidenza con la presidenza di turno italiana del Consiglio di Sicurezza.

ILLUSIONI OTTICHE











Un'illusione è una distorsione di una percezione sensoriale, causata dal modo in cui il cervello normalmente organizza ed interpreta le stesse. Le illusioni possono coinvolgere i vari sensi, ma quelle visive sono le più famose e conosciute, dal momento che la vista spesso prevarica sugli altri sensi.
Si differenzia dalla allucinazione, che è una caratteristica della schizofrenia, perché nella allucinazione si percepisce qualcosa che non è presente nella realtà in quel momento. L’allucinazione viene anche definita come “percezione senza oggetto”. (Esempio: penso che qualcuno mi abbia impiantato un PC nel cervello, che mi parla e mi obbliga a fare certe cose)
Bisogna considerare, inoltre, un aspetto generale dell'illusione mentale, le opinioni, che scaturiscono, generalmente, da pregiudizi culturali, nell'ambito di un condizionamento sociale che tenta di assicurare il funzionamento della stessa società, e che, per questo, diventano delle vere e proprie illusioni del sapere che determinano processi mentali, accettati ed elaborati come verità scontate.
Nell’illusione, il soggetto percepisce la realtà, ma, per diversi motivi, altera questa percezione.
In base a questo criterio, si possono distinguere diversi tipi di illusioni:
illusione causata da disattenzione e compensata da tendenza al completamento: si verifica quando prestiamo poca attenzione a stimoli che provengono dall’ambiente (Esempio: qualcuno ci sta parlando e tendiamo a completare le parole o le frasi che abbiamo ascoltato poco attentamente; nel leggere non facciamo caso agli errori di stampa)
illusione affettiva: la percezione della realtà viene alterata dalle emozioni che la persona sta provando in quel momento (Esempio: sto camminando di notte in un bosco e ho paura. Questa emozione mi fa interpretare le ombre che vedo, come se fossero mostri o animali)
pareidolia: di fronte ad una realtà poco definita, incompleta, poco illuminata, entra in azione la fantasia che, utilizzando elementi ed immagini interne alla psiche della persona, elabora in modo fantastico lo stimolo sensoriale ricevuto (Esempio: guardando le nuvole, ne interpreto le forme come figure fantastiche). In termini psicologici, questo fenomeno viene chiamato anche “proiezione” indicando con questa parola, qualcosa che il soggetto proietta sulla realtà che vede
illusioni ottico geometriche: di fronte a certe figure, appositamente costruite, si verifica una distorsione visiva e percettiva. Questo fenomeno si distingue in: - visione di oggetti che non esistono (oggetti impossibili) - figure che vengono percepite distorte rispetto alla realtà (metamorfopsia) - figure che, se guardate a lungo, sembrano muoversi o deformarsi - figure che, se guardate a lungo, influenzano la percezione di figure esaminate subito dopo
Una illusione ottica è una qualsiasi illusione che inganna l'apparato visivo umano, facendogli percepire qualcosa che non è presente o facendogli percepire in modo scorretto qualcosa che è presente.
Le illusioni ottiche possono manifestarsi naturalmente o essere dimostrate da specifici trucchi visuali che mostrano particolari assunzioni del sistema percettivo umano.
In base al meccanismo che ne è causa quindi, si hanno tre categorie di illusioni:
ottiche, quando sono causate da fenomeni puramente ottici e pertanto non dipendenti dalla fisiologia umana;
percettive, in quanto generate dalla fisiologia dell'occhio. Un esempio sono le immagini postume che si possono vedere chiudendo gli occhi dopo avere fissato un'immagine molto contrastata e luminosa;
cognitive, dovute all'interpretazione che il cervello da delle immagini. Un caso tipico sono le figure impossibili e i paradossi prospettici.
Un miraggio è un esempio di illusione naturale dovuta a un fenomeno ottico. La variazione nella dimensione apparente della Luna (più piccola quando è sopra la nostra testa, più grande quando è vicina all'orizzonte) è un'altra illusione naturale; non si tratta di un fenomeno ottico, ma piuttosto di un'illusione cognitiva o percettiva. Un altro curioso esempio di illusione percettiva in natura è la salita in discesa.
Illusioni scoperte o sviluppate comprendono il cubo di Necker e la griglia di Hermann. Comprendere questi fenomeni è utile allo scopo di comprendere le limitazioni del sistema visivo umano.

giovedì 1 novembre 2007

FaTa MoRgAnA

EFFETTO FATA MORGANA

In ottica la Fata Morgana, o Fatamorgana, è un tipo di miraggio in cui l'immagine apparente muta velocemente forma; viene così chiamato per la caratteristica di riprodurre il soggetto a una elevazione dal suolo, proprio come le apparizioni dell'omonimo personaggio della mitologia celtica In Italia, questo raro fenomeno si manifesta nelle calde giornate estive sullo Stretto di Messina.
Si tratta di un effetto dovuto alla particolare distribuzione dell'indice di rifrazione della luce del sole in diversi strati d'aria e quindi per certi versi analogo al miraggio. La differenza consiste nel fatto che fino ad una certa altezza l'indice di rifrazione assume un valore crescente con essa per poi tornare a diminuire, per questo a differenza del miraggio le immagini sono molto mutevoli e deformate, difficilmente riconoscibili.
Per spiegare tale fenomeno è sufficiente immaginare che la luce proveniente da un punto viene per certi versi "spalmata" in verticale, gli oggetti in lontananza assumono le sembianze di torri, pinnacoli, obelischi.
Il fenomeno della Fata Morgana può verificarsi con differente intensità, in certi casi dalla costa Calabra si può vedere la Sicilia più vicina del normale con immagini distorte e riflesse sul mare o sul suolo; in sostanza la distanza sembra essere di poche centinaia di metri e si ha l'impressione di osservare nello Stretto una città irreale che si modifica e svanisce in brevissimo tempo; talvolta si possono per poco tempo distinguere le case, le auto e addirittura le persone.
Tale fenomeno è visibile, per le particolari condizioni di luce, al mattino. Il tutto avviene quando sulla superficie del mare, minuscole goccioline di acqua rarefatta, fanno da lente di ingrandimento.
Un simile fenomeno ottico può verificarsi anche nelle assolate giornate estive nelle sterminate campagne attorno ad Alberese, nella Maremma grossetana. In questo caso, gli sterminati spazi aperti privi di alberi, prevalentemente coltivati a campi di grano o girasoli vengono illuminati direttamente da una potente luce solare che, attraversando un'atmosfera particolarmente tersa, crea tale effetto rifrattivo.

Le leggende legate al fenomeno

Una leggenda ampiamente diffusa in tutta l'area dello Stretto narra che durante le invasioni barbariche in agosto, mentre il cielo e il mare erano senza un alito di vento, e una leggera nebbiolina velava l'orizzonte, un'orda di conquistatori dopo avere attraversato tutta la penisola giunse alle rive della città di Reggio e si trovò davanti allo stretto che divide la Calabria dalla Sicilia. A pochi chilometri sull'altra sponda sorgeva un'isola - la Sicilia - con un gran monte fumante - l'Etna - ed il Re barbaro si domandava come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni, quindi impotente davanti al mare. All'improvviso apparve una donna molto bella, che offrì l'isola al conquistatore, e con un cenno la fece apparire a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, i monti, le spiagge, le vie di campagna e le navi nel porto come se potesse toccarli con le mani. Esultando il Re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l'isola con un paio di bracciate, ma l'incanto si ruppe e il Re affogò miseramente. Tutto infatti era un miraggio, un gioco di luce della bella e sconosciuta donna, che altri non era se non la Fata Morgana.
Il fenomeno si ripete ancora oggi nei giorni calmi e limpidi d'estate, nelle acque antistanti la costa calabrese. Qualcuno afferma di aver visto il fenomeno anche dalla costa siciliana dello Stretto, ma non vi sono fonti attendibilmente documentabili che lo dimostrino.

Morgana nel ciclo arturiano


Nel ciclo arturiano, Morgana è un personaggio femminile, talvolta presentato come antagonista di Artù e nemica di Ginevra. Nella Vita Merlini (Vita di Merlino) del XII secolo, si dice che Morgana ("Morgen") sia la più vecchia di nove sorelle che governano su Avalon. Geoffrey of Monmouth parla di Morgana come di una guaritrice e una mutaforma. Scrittori più tardi come Chretien de Troyes, basandosi sull'interpretazione di Monmouth, hanno descritto Morgana intenta a curare Merlino ad Avalon.
Nella tradizione dei cicli arturiani, Morgana era la figlia della madre di Artù, Lady Igraine, e del suo primo marito, Gorlois, duca di Cornovaglia; Artù (Arthur Pendragon), figlio di Igraine e di Uther Pendragon, era dunque suo fratellastro. Come donna celtica, Morgana ereditò parte della magia della Terra di sua madre. Morgana aveva due sorelle maggiori (e quindi era la più giovane di tre sorelle, non la maggiore di nove). Il terzetto di sorelle è una formula piuttosto comune nella mitologia celtica. In Le Morte d'Arthur e altre fonti, ella è infelicemente sposata con Re Urien di Gore, e Owain mab Urien è suo figlio.
Sempre secondo la tradizione Morgana sarebbe l'allieva, forse l'ultima o una delle ultime, di Viviana. Questa, la Dama del Lago, sarebbe stata la Sacerdotessa Madre di Avalon, nonché colei che avrebbe preso sotto la sua ala la piccola Morgana, per educarla all'antica religione di Avalon al fine di farla succedere a sé come Sacerdotessa Madre. Anche Artù (nome sacro: Arthur Pendragon) come figlio di Uther Pendragon fu educato ed iniziato all'antica religione di Avalon. Il suo compito, infatti, sarebbe stato quello di unire le popolazioni dell'Inghilterra, quelle appunto fedeli all'antica religione di Avalon e quelle fedeli alla nuova fede, la religione Cattolica. Durante l'iniziazione, che come protagonisti aveva una sacerdotessa ed un "re cervo", Morgana si sarebbe unita ad Artù generando un figlio, Mordred, di cui Artù avrebbe ignorato l'esistenza, che più tardi avrebbe preteso il trono, passando per il malvagio Mordred. Originariamente (per esempio in Le Morte d'Arthur) questo ruolo pare fosse ricoperto da una delle sorelle.
Diverse fonti descrivono anche Morgana come allieva di Merlino, e successivamente sua rivale; in questo ruolo, il personaggio appare parzialmente sovrapposto con quello di "Viviana", una delle figure che corrispondono al nome di "Dama del Lago". Il mito della rivalità fra Morgana e Merlino è ripreso anche in alcune opere cinematografiche, in particolare nel film Excalibur di John Boorman (1981).