giovedì 1 novembre 2007

FaTa MoRgAnA

EFFETTO FATA MORGANA

In ottica la Fata Morgana, o Fatamorgana, è un tipo di miraggio in cui l'immagine apparente muta velocemente forma; viene così chiamato per la caratteristica di riprodurre il soggetto a una elevazione dal suolo, proprio come le apparizioni dell'omonimo personaggio della mitologia celtica In Italia, questo raro fenomeno si manifesta nelle calde giornate estive sullo Stretto di Messina.
Si tratta di un effetto dovuto alla particolare distribuzione dell'indice di rifrazione della luce del sole in diversi strati d'aria e quindi per certi versi analogo al miraggio. La differenza consiste nel fatto che fino ad una certa altezza l'indice di rifrazione assume un valore crescente con essa per poi tornare a diminuire, per questo a differenza del miraggio le immagini sono molto mutevoli e deformate, difficilmente riconoscibili.
Per spiegare tale fenomeno è sufficiente immaginare che la luce proveniente da un punto viene per certi versi "spalmata" in verticale, gli oggetti in lontananza assumono le sembianze di torri, pinnacoli, obelischi.
Il fenomeno della Fata Morgana può verificarsi con differente intensità, in certi casi dalla costa Calabra si può vedere la Sicilia più vicina del normale con immagini distorte e riflesse sul mare o sul suolo; in sostanza la distanza sembra essere di poche centinaia di metri e si ha l'impressione di osservare nello Stretto una città irreale che si modifica e svanisce in brevissimo tempo; talvolta si possono per poco tempo distinguere le case, le auto e addirittura le persone.
Tale fenomeno è visibile, per le particolari condizioni di luce, al mattino. Il tutto avviene quando sulla superficie del mare, minuscole goccioline di acqua rarefatta, fanno da lente di ingrandimento.
Un simile fenomeno ottico può verificarsi anche nelle assolate giornate estive nelle sterminate campagne attorno ad Alberese, nella Maremma grossetana. In questo caso, gli sterminati spazi aperti privi di alberi, prevalentemente coltivati a campi di grano o girasoli vengono illuminati direttamente da una potente luce solare che, attraversando un'atmosfera particolarmente tersa, crea tale effetto rifrattivo.

Le leggende legate al fenomeno

Una leggenda ampiamente diffusa in tutta l'area dello Stretto narra che durante le invasioni barbariche in agosto, mentre il cielo e il mare erano senza un alito di vento, e una leggera nebbiolina velava l'orizzonte, un'orda di conquistatori dopo avere attraversato tutta la penisola giunse alle rive della città di Reggio e si trovò davanti allo stretto che divide la Calabria dalla Sicilia. A pochi chilometri sull'altra sponda sorgeva un'isola - la Sicilia - con un gran monte fumante - l'Etna - ed il Re barbaro si domandava come fare a raggiungerla trovandosi sprovvisto di imbarcazioni, quindi impotente davanti al mare. All'improvviso apparve una donna molto bella, che offrì l'isola al conquistatore, e con un cenno la fece apparire a due passi da lui. Guardando nell'acqua egli vedeva nitidi, i monti, le spiagge, le vie di campagna e le navi nel porto come se potesse toccarli con le mani. Esultando il Re barbaro balzò giù da cavallo e si gettò in acqua, sicuro di poter raggiungere l'isola con un paio di bracciate, ma l'incanto si ruppe e il Re affogò miseramente. Tutto infatti era un miraggio, un gioco di luce della bella e sconosciuta donna, che altri non era se non la Fata Morgana.
Il fenomeno si ripete ancora oggi nei giorni calmi e limpidi d'estate, nelle acque antistanti la costa calabrese. Qualcuno afferma di aver visto il fenomeno anche dalla costa siciliana dello Stretto, ma non vi sono fonti attendibilmente documentabili che lo dimostrino.

Morgana nel ciclo arturiano


Nel ciclo arturiano, Morgana è un personaggio femminile, talvolta presentato come antagonista di Artù e nemica di Ginevra. Nella Vita Merlini (Vita di Merlino) del XII secolo, si dice che Morgana ("Morgen") sia la più vecchia di nove sorelle che governano su Avalon. Geoffrey of Monmouth parla di Morgana come di una guaritrice e una mutaforma. Scrittori più tardi come Chretien de Troyes, basandosi sull'interpretazione di Monmouth, hanno descritto Morgana intenta a curare Merlino ad Avalon.
Nella tradizione dei cicli arturiani, Morgana era la figlia della madre di Artù, Lady Igraine, e del suo primo marito, Gorlois, duca di Cornovaglia; Artù (Arthur Pendragon), figlio di Igraine e di Uther Pendragon, era dunque suo fratellastro. Come donna celtica, Morgana ereditò parte della magia della Terra di sua madre. Morgana aveva due sorelle maggiori (e quindi era la più giovane di tre sorelle, non la maggiore di nove). Il terzetto di sorelle è una formula piuttosto comune nella mitologia celtica. In Le Morte d'Arthur e altre fonti, ella è infelicemente sposata con Re Urien di Gore, e Owain mab Urien è suo figlio.
Sempre secondo la tradizione Morgana sarebbe l'allieva, forse l'ultima o una delle ultime, di Viviana. Questa, la Dama del Lago, sarebbe stata la Sacerdotessa Madre di Avalon, nonché colei che avrebbe preso sotto la sua ala la piccola Morgana, per educarla all'antica religione di Avalon al fine di farla succedere a sé come Sacerdotessa Madre. Anche Artù (nome sacro: Arthur Pendragon) come figlio di Uther Pendragon fu educato ed iniziato all'antica religione di Avalon. Il suo compito, infatti, sarebbe stato quello di unire le popolazioni dell'Inghilterra, quelle appunto fedeli all'antica religione di Avalon e quelle fedeli alla nuova fede, la religione Cattolica. Durante l'iniziazione, che come protagonisti aveva una sacerdotessa ed un "re cervo", Morgana si sarebbe unita ad Artù generando un figlio, Mordred, di cui Artù avrebbe ignorato l'esistenza, che più tardi avrebbe preteso il trono, passando per il malvagio Mordred. Originariamente (per esempio in Le Morte d'Arthur) questo ruolo pare fosse ricoperto da una delle sorelle.
Diverse fonti descrivono anche Morgana come allieva di Merlino, e successivamente sua rivale; in questo ruolo, il personaggio appare parzialmente sovrapposto con quello di "Viviana", una delle figure che corrispondono al nome di "Dama del Lago". Il mito della rivalità fra Morgana e Merlino è ripreso anche in alcune opere cinematografiche, in particolare nel film Excalibur di John Boorman (1981).

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